La culla termica dove la bambina è stata lasciata

Editoriale, un Natale di speranza parte dal gesto di una madre

Un Natale di speranza parte dal gesto di una madre: la bambina lasciata nella culla termica a Bari è un messaggio positivo, anche se cela sofferenza. Quella di un genitore che conscio di non poter garantire un futuro adeguato al proprio figlio, sceglie l’unica via d’uscita possibile: la culla termica.

Questo episodio richiama alle difficoltà reali di chi non ha voce e lotta per sopravvivere. La donna ha sofferto due volte: prima nell’abbandonare la sua bambina, poi nell’accettare la perdita. Ma è anche un segnale di speranza civica, perché Mariagrazia sta bene e avrà un futuro, forse migliore di quello che ha spinto la sua mamma a privarsene.

La gente comune, l’anello debole di una società senza voce, invisibile, che cerca solo un po’ di normalità. È a loro che la politica deve volgere lo sguardo, a tutti i livelli: la sanità necessita di maggiore attenzione, essendo un tassello cruciale.

In Puglia, nuovi ospedali attendono di entrare in funzione, ma manca il personale medico, una professione che rischia l’estinzione senza un futuro certo. La politica dovrebbe invertire la rotta incentivando i giovani verso la medicina, eliminando il numero chiuso che scoraggia ragazzi e famiglie, creando un pericoloso imbuto ignorato dalla politica, eccezioni a parte.

C’è il problema del trasformismo: si dà fiducia a una coalizione che si disgrega in pochi mesi disattendendo il voto, strumento principale della democrazia. La coerenza politica e il rispetto di chi si esprime nella cabina elettorale si stanno affievolendo, causando disinteresse e astensionismo.

Infine, i social: il caso Ferragni dimostra che pur essendo parte della nostra vita, vanno rivalutati. Il contatto umano merita attenzione, le chat non trasmettono emozioni. E allora, rivalutiamo una sana chiacchierata. Buon Natale!

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