BARI – Il 2 dicembre del 1943 gli aviatori tedeschi della Luftwaffe affondarono diciassette navi mercantili ancorate nel porto di Bari. Una delle diciassette navi alleate colpite, la statunitense John Harvey, scoppiò col suo carico di bombe di iprite, un gas devastante dagli effetti mortali, provocando la fuoriuscita di una grande quantità di sostanze tossiche che contaminò le acque del porto. Il tragico bilancio fu di oltre un migliaio di vittime, tra militari e civili. Dopo 81 anni, Bari ricorda ancora quel tragico evento, uno degli ultimi che ha devastato il capoluogo pugliese durante il secondo conflitto mondiale e che per anni ha lasciato il segno nella cittadinanza
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