CERIGNOLA – La “pareggite acuta” sembra ormai essere diventata una costante poco piacevole della stagione del Cerignola. Quello del “Fanuzzi”, contro il Brindisi attualmente penultimo in classifica, è stato l’undicesimo pareggio in ventidue partite. Un dato eloquente, che dimostra gli squilibri, soprattutto psicologici, di una squadra che continua a lasciar punti per strada non riuscendo a trovare la giusta costanza per effettuare il definitivo salto di qualità.
Messina, Crotone, Potenza, Turris, Virtus Francavilla e Brindisi. Tutti segni X maturati da situazioni di vantaggio, alcune anche abbastanza ghiotte come accaduto al “Viviani” ed alla “Nuovarredo Arena”, gare dalle quali l’Audace ha rischiato di uscire sconfitta e con le ossa rotte. Le tre vittorie di fila ottenute a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno avevano fatto presagire ad un’inversione di rotta, puntualmente smentita dall’inatteso k.o. casalingo contro il Sorrento, oltre che dal pari di sabato sera. Il Cerignola si sarebbe potuto proiettare decisamente meglio ad un tour de force scoppiettante e stimolante, quattro sfide (contro Crotone, Juve Stabia, Taranto e Benevento, tutte gare pareggiate all’andata) dal sapore di altissima classifica, ma con un -5 dall’attuale settima posizione occupata dagli ionici.
Il problema infortuni è ormai, quasi del tutto, alle spalle, ma alcuni senatori sono apparsi sottotono nelle ultime due uscite. Errori tecnici, distrazioni e cali di attenzione spesso e volentieri costano cari ad una squadra la cui fragilità è direttamente proporzionale alla qualità degli interpreti. Motivo per cui queste 22 giornate lasciano un retrogusto amaro, per quello che avrebbe potuto essere ma che, al momento, non è.
Adesso arriva il bello, il campionato degli ofantini entra nel vivo e servirà ritrovare subito la giusta lucidità.
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