L’ondata di afa con temperature agostane a giugno, associata alla siccità che perdura da mesi, ha seccato la terra, svuotato le spighe di grano e sta mettendo in grave stress gli animali nelle stalle, con una conseguente riduzione del 15% della produzione di latte.
Coldiretti Puglia lancia l’allarme, evidenziando gli effetti devastanti dell’anticiclone Minosse che sta investendo l’Italia con temperature oltre i 40 gradi nelle zone più interne e la carenza d’acqua che sta mettendo in crisi stalle e campagne.
Secondo Coldiretti regionale, le mucche soffrono particolarmente queste condizioni, poiché il loro clima ideale è tra i 22 e i 24 gradi. Oltre questa soglia, gli animali mangiano poco, bevono molto e producono meno latte, arrivando a consumare fino a 140 litri d’acqua al giorno rispetto ai 70 dei periodi meno caldi.
Per mitigare l’afa, nelle stalle sono state attivate contromisure come ventilatori e docce refrigeranti, e i pasti vengono somministrati in piccole quantità per evitare di appesantire gli animali.
L’intero settore agricolo risente della situazione, con i terreni roventi e secchi, e una riduzione di oltre 164 milioni di metri cubi di acqua rispetto alla capacità degli invasi, mettendo a rischio i prodotti agricoli di stagione. La Coldiretti Puglia sottolinea come il calo della produzione di latte sia aggravato dall’aumento dei costi per l’acqua e l’energia necessari per aiutare gli animali a resistere al caldo, in un contesto in cui i mangimi scarseggiano e l’acqua è spesso insufficiente.
Il caldo e la siccità hanno fatto crollare anche la produzione di foraggio, avena e orzo, fondamentali per l’alimentazione del bestiame, con la produzione di grano e altri cereali dimezzata. Questa crisi si registra in tutta la regione, dove le coltivazioni soffrono di stress idrico per la mancanza di acqua necessaria all’irrigazione durante il picco delle temperature.
Questa situazione conferma i cambiamenti climatici in atto, che hanno alterato la distribuzione temporale e geografica delle precipitazioni. La siccità è diventata la calamità più grave per l’agricoltura pugliese, con danni stimati in oltre 70 milioni di euro all’anno, compromettendo quantità e qualità dei raccolti, secondo l’analisi di Coldiretti Puglia.
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