Bari, Decaro smentisce Emiliano. Cdx torna all’attacco: “Sciogliere il Comune”

BARI – Non si placano le polemiche dopo le parole pronunciate dal palco di piazza del Ferrarese solo 48 ore fa dal governatore Michele Emiliano che aveva detto di aver portato l’allora assessore Antonio Decaro a casa della sorella del boss Capriati di Bari vecchia. Il sindaco lo smentisce: “Emiliano non ricorda bene: non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella”. E nonostante le precisazioni fatte già sabato sera dal governatore che spiega come la sua frase sia stata fraintesa, il centrodestra va all’attacco con la Lega che chiede al Viminale lo scioglimento del Comune. Gli fa eco il vicepresidente della commissione antimafia, il pugliese azzurro Mauro D’Attis che chiede che la commissione faccia approfondimenti sulle dichiarazioni di Emiliano e acquisisca tutti gli atti programmando anche “una serie di audizioni”. Il tutto nasce dalla manifestazione di piazza di sabato con migliaia di cittadini che hanno espresso solidarietà a Decaro dopo che il Viminale (sollecitato da parlamentari pugliesi del centrodestra) ha nominato una commissione per verificare eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune a pochi giorni dall’operazione della Dda del capoluogo che ha portato alla luce il presunto voto di scambio tra politici e malavita locale, terminata in 135 misure cautelari. A 48 ore dalla frase di Emiliano, Decaro ricostruisce il contesto in cui si svolse la vicenda che risale a “quasi venti anni fa” quando l’attuale governatore era “era stato appena eletto sindaco, in un quartiere, come quello di Bari Vecchia, abituato da sempre al parcheggio selvaggio nella totale illegalità” e lui era assessore al Traffico. “Emiliano non ricorda bene – dice Decaro -. È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto. La signora in questione invece – conclude – la incontrai per strada, molto tempo dopo la chiusura al traffico, e ci litigai perché non si rassegnava all’installazione delle fioriere che impedivano il transito delle auto”.

 

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