Acampora: “Bari, ho firmato in bianco. Questa è la piazza più importante della mia carriera”

Gennaro Acampora, centrocampista del Bari, si presenta in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni:

IL MITO DI MARADONA E I CONFRONTI – “Diego per noi napoletani è una figura importante, è osannato come un Dio dalle nostre parti. E’ impossibile avvicinarsi a lui, io darò il massimo con i miei piedi”.

CARATTERISTICHE – “La mia caratteristica principale è il calciare in porta. Per il resto sono un giocatore di forza e ho una buona tecnica. Sono venuto qui per mettere le mie caratteristiche e quello che è il mio passato a servizio dei compagni. Sono qui per dare una mano ai compagni, alla società e ai tifosi”.

POLITO E LA TRATTATIVA – “Ringrazio il direttore per le parole espresse nei miei confronti, si tratta di un attestato di stima importante. C’è stata una lunga trattativa perché la mia società non voleva lasciarmi partire, ci sono state incomprensioni fino alla fine. Negli ultimi minuti è arrivata questa importante chiamata che non ho potuto rifiutare. Io e il mio avvocato ci siamo detti: firmiamo le carte e poi vediamo dopo il contratto. Volevamo fare le cose più velocemente possibile per non perdere l’opportunità, ho firmato in bianco”.

LA PRESTAZIONE DI PISA – “Ha pesato il fatto che non giocassi da tanto tempo, non avendo fatto un vero ritiro. I primi minuti sono stati difficili, ero un po’ imballato, anche da un punto di vista mentale perché indossavo una maglia così pesante e mi sentivo a disagio. Poi, con il passare del tempo, mi sono scrollato da dosso la tensione e ho cominciato a divertirmi”.

TAPPA DI CARRIERA – “Bari è la più importante piazza nella quale ho giocato fino ad ora. Personalmente ho delle aspettative importanti, vorrei dare il massimo per questa città e per questa maglia, cercherò di farlo per andare più avanti possibile”.

IL GRUPPO – “Nel gruppo mi sono subito sentito a mio agio. Conoscevo tanti ragazzi già: con qualcuno ci ho giocato contro, qualcuno lo conosco fin dai tempi delle nazionali, con Koutsoupias ho giocato insieme l’anno scorso”.

IL CATANZARO – “Il Catanzaro è una squadra che gioca da un po’ di anni con questo sistema: loro hanno un buon palleggio e ci daranno filo da torcere, noi dovremo essere bravi a imporre il nostro gioco. Dovremo stare attenti perché vengono da una brutta sconfitta e verranno agguerriti”.

RUOLO – “Il mio ruolo naturale è la mezzala, mi vedrei sicuramente meglio da mezzala sinistra. In passato ho fatto anche il play, ma in quella posizione di campo abbiamo già due giocatori molto forti”.

IL GOL – “Sarebbe una cosa importante portare gol dai centrocampisti, fanno sempre bene, non possiamo sempre sperare che sia l’attaccante a risolverci la partita”.

FARE MEGLIO DELLO SCORSO ANNO – “In realtà venendo qua pensavo di trovare uno spogliatoio amareggiato per quello che è successo nello scorso anno. Invece c’è grande voglia di rifarsi e di riprovare a fare anche meglio di quanto fatto nell’ultimo campionato. Ovviamente sappiamo che la B è difficile, ma ci stiamo allenando tutti i giorni per fare il miglior campionato possibile”.

LA RETROCESSIONE CON IL BENEVENTO – “Se avessimo saputo cosa non girava probabilmente non saremmo retrocessi. Quello che posso dire è che sono stati sicuramente fatti errori da tutti, dalla società, dai direttori e dai calciatori, altrimenti non è possibile fare un’annata fallimentare. Da parte mia c’è una grande voglia di rivalsa, di rimettermi in gioco e di dimostrare il mio valore”.

IL PRESTITO – “Darò il massimo e magari, dando il massimo, c’è la possibilità che il Bari possa riscattarmi. Devo tanto al Benevento perché in passato mi hanno fatto rilanciare in un momento che per me non era brillantissimo; il presidente Vigorito sa cosa pensa di lui, ma è ovvio che adesso sono qui e non penso al fatto di essere in prestito. Mi sento di proprietà del Bari e farò tutto per stare qua”.

RIMPIANTI – “A 16 anni sono arrivato a La Spezia e, dato che mi sono trovato fin troppo bene, ho sempre cercato di rimanere lì, quando in realtà dalla società lì ero visto sempre come il bambino di turno. A me interessava poco in quel momento, ma magari se avessi fatto altre esperienze avrei fatto una carriera diversa”.

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