Potenza, asta immobili: ai domiciliari un avvocato e un geometra

Su disposizione della Procura della Repubblica di Potenza, la Squadra Mobile della Questura di Potenza ha dato esecuzione ad una Ordinanza applicativa di quattro misure cautelari personali e ad un’altra di sequestro preventivo – ai fini della confisca – di tre appartamenti.

Tali ordinanze erano state emesse nei giorni precedenti dal Giudice per le Indagini Preliminari di Potenza all’esito di un’attività investigativa riguardante la procedura fallimentare relativa alla società di lavori generali e costruzioni di edifici e di ingegneria civile “Padula Giuseppe Antonio” che la Procura aveva coordinato delegando la Polizia di Stato per i relativi accertamenti. In particolare, gli inquirenti potentini, con argomentazioni condivise dal Gip, hanno contestato agli indagati due diversi reati: quello di interesse privato del curatore negli atti del fallimento e quello di falsa perizia.

In particolare sono stati ritenuti raggiunti da gravi indizi di colpevolezza:

  • per entrambi i suddetti reati, l’avvocato Molinari Fernando Nicola, curatore fallimentare nella citata procedura ed il geometra Molinari Vito Rocco, consulente tecnico incaricato della stima degli immobili, tutti e due sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari;
  • per il solo primo reato, l’avvocato Pica Carmen, all’epoca dei fatti collaboratrice dello studio Molinari, designata quale professionista delegata e l’avvocato Miraglia Rosa, collaboratrice dello studio Molinari, aggiudicataria per sé o per persona da nominare degli immobili oggetto dell’indagine, entrambe sottoposte alla misura cautelare del divieto di dimora in Potenza.

Destinatari del provvedimento di sequestro preventivo degli immobile, sono stati invece Valentinis Wally, Molinari Gianluca e Molinari Pierluigi, rispettivamente moglie e figli di Molinari Fernando Nicola, quali aggiudicatari definitivi e, dunque, beneficiari del decreto di trasferimento dei tre appartamenti provenienti dal fallimento di cui il Molinari Ferdinando era curatore.

Il procedimento ha tratto origine dalla segnalazione di alcune anomalie in ordine all’aggiudicazione di due appartamenti, entrambi ubicati in Potenza, al Viale Marconi, n 75, messi all’asta nell’ambito della procedura di fallimento predetta.

In particolare, a seguito di accertamenti presso l’Agenzia delle Entrate, era emerso che i due immobili citati, che rientravano nella massa fallimentare, a seguito di vendita senza incanto, erano stati acquistati da Valentinis Wally, moglie legalmente separata di Molinari Fernando Nicola, curatore fallimentare della medesima procedura.

Nonostante i due coniugi fossero legalmente separati, dalle indagini svolte dalla Squadra Mobile risultava, a livello di gravità indiziaria, che gli stessi, al di là della formale separazione, avevano mantenuto un concreto rapporto di convivenza.

Ulteriori approfondimenti investigativi hanno consentito di appurare, secondo l’accusa, che, nell’ambito della medesima procedura fallimentare, un altro appartamento era stato aggiudicato a familiari del curatore, e segnatamente l’immobile sito in Potenza, al Viale Marconi, n. 93, acquisito da Molinari Gianluca e Molinari Pierluigi (figli di Fernando Nicola).

L’acquisizione e il successivo esame del fascicolo del procedimento fallimentare oggetto di indagine permetteva di appurare, sempre a livello di gravità indiziaria e secondo il teorema accusatorio, le modalità attraverso le quali tali immobili erano stati aggiudicati ai componenti della famiglia del curatore ad un prezzo inferiore rispetto a quello di mercato.

In particolare, in primo luogo, mediante il coinvolgimento, nelle vane fasi della procedura, propedeutiche al decreto di trasferimento, di ulteriori soggetti, tutti però riconducibili allo studio professionale di Molinari Fernando Nicola: l’avvocato Pica Carmen, collaboratrice dello studio Molinari, quale professionista delegato alla vendita, che materialmente aveva proceduto alla vendita senza incanto; in secondo luogo grazie alla perizia redatta dal geom. Molinari Vito Rocco sui due immobili che stimava gli stessi ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto al valore di mercato; in terzo luogo grazie all’avvocato Miraglia Rosa, collaboratrice dello studio Molinari, che si aggiudicava per persone da nominare i predetti cespiti designando successivamente quali beneficiari del contratto di vendita Valentinis Wally e Molinari Pierluigi e Gianluca (figli di Fernando Nicola).

Da rilevare, sempre ai fini della compiuta descrizione del meccanismo ritenuto (sempre a livello di gravità indiziaria) fraudolento dal Giudice per le indagini preliminari, per un verso, che per quanto attiene gli immobili aggiudicati all’asta a Valentinis Wally, che il geometra Vito Rocco Molinari poi nominato Ctu per la stima degli immobili, veniva segnalato al Giudice Delegato al fallimento dal curatore Fernando Nicola Molinari quale professionista disposto a «rinunciare alla liquidazione» per aver ottenuto precedenti incarichi nell’ambito della stessa procedura fallimentare e che, per altro verso, sempre il predetto curatore, chiedeva ed otteneva la nomina dell’avvocato Carmen Pica o dell’avvocato Rosa Miraglia come professionista delegato alla vendita, sempre in ragione della loro «acquisita disponibilità a non chiedere alcun compenso per tale attività (tranne le spese vive) come richiesto dallo scrivente», atteso appunto l’esiguo valore del bene da vendere. Sottolineando, infine, che tale richiesta era «per evitare oneri a carico della massa dei creditori, soprattutto in considerazione delle esose richieste da parte di altri legali, e di poter proseguire nel programma di chiusura di tale fallimento dalle notorie vicissitudini e difficoltà».

Ebbene, in data 10 maggio 2021 il Ctu geometra Vito Rocco Molinari depositava una perizia di stima degli immobili evidenziando la presenza di difformità edilizie «non sanabili», dichiarando, pertanto, che l’eventuale vendita doveva essere effettuata come locali di sgombero e non come abitazioni di tipo civile. Ciò determinava un abbattimento del prezzo di stima degli immobili in trattazione rispetto a quello stabilito con perizia redatta il 30 maggio 2005 da altro Ctu, il quale, invece, aveva ritenuto che tali irregolarità fossero «sanabili».

A seguito delle procedure di gara svolte nel 2021 i tre immobili venivano venduti ad un prezzo compreso tra i 40.000 ed i 50.000 euro l’uno, prezzo inferiore rispetto a quanto erano stati valutati, oltre 170.000,00 euro l’uno, sia prima del trasferimento, da altro perito nel 2005, sia dopo lo stesso, nell’annuncio sul sito di vendite immobiliari, come inoltre confermato dalla consulenza tecnica disposta da questo Ufficio.

Nella procedura fallimentare vi è stato quindi il coinvolgimento di più soggetti, legati da vincoli di parentela o di colleganza-dipendenza professionale all’avvocato Molinari, che ha dimostrato a livello di gravità indiziaria il coinvolgimento dello stesso curatore quale dominus delle illustrate vicende della procedura fallimentare in esame in funzione del perseguimento di interesse privatistici, riconducibili alla sua sfera familiare.

Nel corso delle operazioni, i tre immobili, come disposto dal Gip sono stati sottoposti a sequestro preventivo. Le indagini sono in corso e vale nei confronti degli indagati la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva di condanna.

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