“Una violenza sconcertante, documentata come fosse uno spettacolo e diffusa sui social con spavalderia, come se la giustizia non facesse più paura”. Sono le parole di Viviana Matrangola, assessora regionale alla legalità, che interviene con fermezza sul pestaggio del 17enne tunisino avvenuto nella stazione ferroviaria di Galatina, filmato da alcuni membri della baby gang responsabile dell’aggressione e condiviso online.
A colpire, secondo Matrangola, è anche la “noncuranza degli aggressori verso i dispositivi di sorveglianza presenti”, come se si trattasse di una vera e propria spedizione punitiva, con la volontà di mostrare la propria impunità e sfidare apertamente le istituzioni.
L’assessora ha voluto esprimere la vicinanza della Regione alla giovane vittima e alla sua famiglia, sottolineando però che la solidarietà non basta. “Episodi come questi confermano che siamo di fronte a una deriva preoccupante. Le violenze giovanili stanno assumendo una dimensione sempre più allarmante e non possiamo più limitarci a reazioni episodiche: servono interventi strutturali”.
Da settimane, ha spiegato Matrangola, la Regione è al lavoro con le Prefetture pugliesi per analizzare nel dettaglio il fenomeno delle baby gang e predisporre strategie efficaci di prevenzione, coinvolgendo scuole, famiglie, servizi sociali e le realtà associative del territorio.
“È una questione culturale che va affrontata con la diffusione di una vera cultura del rispetto e della legalità. Davanti a scene come quelle viste nel video, non possiamo rimanere indifferenti: tutti devono essere richiamati alle proprie responsabilità, dai genitori agli insegnanti”, ha concluso Matrangola.
potrebbe interessarti anche
Galatone, auto in fiamme nella notte: intervento Vigili del Fuoco e Carabinieri
Gasdotto TAP: ristoro di 2 milioni al Comune di Vernole
Salento, record ad Alessano: nasce il decimo figlio della famiglia Amico
Lecce, processo Case popolari, cadono reati più gravi: 24 assoluzioni, 12 condanne
Comunità Democratica, Delrio a Lecce
Dialogo, pace, Europa. Il ricordo di Moro