In relazione all’arresto dell’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio e di suo fratello, finiti entrambi agli arresti domiciliari per presunti appalti truccati, si registrano reazioni “rabbiose” della politica pugliese e nazionale.
“Emiliano e Decaro sono arrivati all’epilogo politico e morale. Lo sfascio della giunta regionale si aggiunge alle inchieste su esponenti sia del Comune che della Regione. E poi, come mai Emiliano ha fatto dimettere poche ore prima dell’arresto un suo ex assessore? Sapeva qualcosa?”, così il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri al Giornale Radio?
“Più che “ondate” quelle che si stanno abbattendo sul sistema Emiliano sono “schiaffoni” (volgarmente si direbbe “mazzate”, forse persino inaspettate) su tutto il centrosinistra barese e pugliese che, con la guida di Michele Emiliano, ma anche con la complicità di Antonio Decaro, perché il sistema si regge se tutti sono complici, hanno cercato il consenso elettorale non sui programmi, ma promettendo e dando incarichi, le consulenze, posti di lavoro nel pubblico e nel privato compiacente, presidenze e posti nei Cda delle partecipate, agenzie regionali e chi più ne ha più ne metta. Vale ben poco dire che i due massimi esponenti del PD in Puglia e non solo (Emiliano e Decaro), non sono indagati. Politicamente e moralmente sono responsabili del mercato delle vacche, del poltronificio, del mercimonio e del voto di scambio che hanno messo in atto attraverso politici scelti e premiati da loro. E non si dica: hanno sbagliato a scegliere le persone alle quali affidare il potere, perché niente è peggio dell’inadeguatezza e dell’incapacità di discernere fra il bene e il male. Se fosse così, Emiliano e Decaro dovrebbero lasciare la politica per manifesta incapacità, per essere paradossalmente come “agnelli in mezzo ai lupi”. In questi giorni le segnalazioni e le denunce fioccano anche nelle nostre mail e prima che giunga la magistratura, che auspichiamo per fare definitiva chiarezza, denunciamo che ci vengono segnalati, in maniera anonima, aspetti preoccupanti e meritevoli di approfondimento da parte della magistratura, nella più grande agenzia regionale, l’Adisu, che ha come presidente del CdA un altro Alessandro Cataldo, omonimo del marito dell’ex assessore Anita Maurodinoia, coinvolto nell’inchiesta sul voto di cambio. Il presidente Emiliano ha il dovere politico e morale di assumersi tutte le responsabilità politiche di un sistema di ricerca del consenso che, a quanto sembra, pare che sia diventato, con la sua gestione, un vero e proprio mercimonio. Un mercato delle vacche che ha trasformato la Regione Puglia nel più grande poltronificio d’Italia”, lo affermano in una nota congiunta i gruppi del centrodestra alla Regione Puglia: Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega e La Puglia Domani.
“Leggiamo la dichiarazione del presidente Emiliano sull’incarico affidato ad Alfonso Pisicchio alla guida dell’Arti. Il presidente ci tiene a specificare la natura temporanea dell’incarico come se fosse un esimente. Per noi non lo è. Emiliano, attaccano ancora i consiglieri di FI, “pensa davvero di poter continuare a prendere in giro i cittadini? Ieri, nelle prime ore dalla riunione di giunta, hanno concordato di far passare la sostituzione di Pisicchio come delle dimissioni e questo significa dire una bugia pubblica. Oggi, finalmente, anche il presidente avverte l’esigenza di utilizzare un vocabolario di verità. Evviva. Poi, ancora una domanda a cui non si è avuta risposta: come spiega il presidente Emiliano la tempistica della sostituzione di Pisicchio proprio a poche ore dal suo arresto? I pugliesi vorrebbero saperlo”, dichiarano i consiglieri regionali di Forza Italia Paride Mazzotta, Napoleone Cera, Paolo Dell’Erba e Massimiliano Di Cuia.
“Ennesima bufera giudiziaria in Puglia. La Lega è da sempre garantista, per questo attenderemo la fine delle indagini. Bari e la nostra amata Regione non meritano di essere sotto i riflettori dei media da settimane per questi scandali”. Così Rossano Sasso, deputato pugliese della Lega, in relazione all’arresto dell’ex assessore regionale Alfonso Pisicchio e di suo fratello a Bari.
“Le inchieste e gli scandali in Puglia fanno molto male. La nostra regione non merita di essere accostata a episodi inquietanti che ogni giorno la cronaca ci restituisce. Siamo e saremo sempre garantisti e ci auguriamo che la magistratura possa far luce in tempi rapidi anche sugli ultimi due arresti per corruzione. I nostri cittadini devono sapere la verità”. Lo dichiara il deputato pugliese della Lega Salvatore Di Mattina.
“Bari e la Puglia non meritano questa serie di scandali e questo danno di immagine. Noi siamo garantisti e continueremo ad esserlo, ma non possiamo certo sottacere su una responsabilità politica della sinistra e sul fallimento della sua classe dirigente, per una serie di eventi che non possono più essere considerati casi isolati. Oggi va difesa e salvaguardata la reputazione di una collettività, quella barese, che non merita questa situazione. La Lega e il centrodestra sono pronti a dare alla città il cambiamento che merita”. Lo dichiara Roberto Marti, senatore pugliese della Lega e commissario regionale del partito.
“Fdi è dalla parte della legalità, riteniamo che la Puglia meriti di più, occorre voltare pagina e rendersi conto che il sistema del trasformismo non paga. Portare la gente da destra a sinistra è una campagna acquisti ma non è politica”. Lo ha detto Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera su quanto sta avvenendo in Puglia.
”Non si può continuare così. Ovviamente, se qualche mese ancora di governo dobbiamo fare è opportuno farlo con onore, disciplina, serietà, rigore e impegno, facendo pulizia sino agli angoli più nascosti e lavorando con intensità sui provvedimenti e sui progetti più importanti. Ce ne sono una gran quantità in attesa del nostro via libera e della nostra fatica quotidiana per eseguirli. C’è bisogno che succeda altro ancora? Cosa avevamo detto negli ultimi anni, inascoltati, sbeffeggiati e osteggiati? Tutti i nodi stanno venendo al pettine. E ci fa piacere che anche i 5S e i movimenti di sinistra più vari se ne siano accorti e stiano rimeditando sulla condotta assunta in passato. Avevamo implorato un cambiamento. In ogni modo. Avevamo chiesto di smantellare le mille fabbriche del potere, con le loro burocrazie, riti e sistemi asfissianti. Abbiamo sempre sperato che i fatti segnalati non significassero reato e lo speriamo ancora oggi. Per tutti. Ma pur fuori dall’ambito dei reati, un sistema opaco, composto da camarille e giannizzeri, agevolati da silenzi accondiscendenti, ha sconvolto giorno dopo giorno le ragioni delle origini. E molti di noi che lo dicevano, a voce alta e apertamente, venivano prima isolati, emarginati, esclusi, sbeffeggiati, contrastati e poi spinti, anche per esasperazione, a intraprendere con sofferenza nuove strade politiche. Sono stati anni di supplizio. Tutto era afflizione. Guardati dall’alto in basso, con toni e sguardi di sufficienza, per punirci del tanto ardire. E sempre mal sopportati”, dicono i consiglieri regionali di Azione Fabiano Amati, Sergio Clemente e Ruggiero Mennea.
“Emiliano prenda atto del totale fallimento della sua azione politica, tutta improntata alla conquista e mantenimento del potere fine a sé stesso, costi quel costi; anche se ciò vuol dire imbarcare soggetti provenienti da aree politiche assolutamente incompatibili con quelle che dovrebbero essere le sue idee e i suoi valori. Almeno quelli che dovrebbero essere valori! Da veri garantisti attenderemo la conclusione dell’intero iter giudiziario, consapevoli che la responsabilità penale è esclusivamente personale, come detta l’art. 27 della nostra Costituzione, e che, al momento, Emiliano non è coinvolto nelle vicende di cronaca che hanno portato negli ultimi giorni a clamorosi arresti. Ma oltre la responsabilità penale c’è quella politica ed Emiliano ne è pienamente responsabile. Responsabile nelle scelte dei soggetti a cui ha affidato importanti e delicati ruoli istituzionali. Ma ancor più responsabile del totale fallimento della azione politico amministrativa, che, nella sanità vede raggiunto il fondo. Soprattutto per questo ci aspettiamo dal Presidente della Regione una piena presa d’atto della conclusione della sua esperienza amministrativa. Il trasformismo come metodo consolidato, una sorta di marchio di fabbrica del suo modo di intendere la politica, alla fine non paga; così come il populismo del Movimento 5 Stelle che, dopo aver condiviso la responsabilità di governo della regione, oggi abbandona il carro che precipita nel vuoto, spinto dalle vicende giudiziarie. Ma questa è un’altra storia: da Conte e dai suoi non ci aspettiamo altro”, così l’onorevole Giovanni Maiorano di Fratelli d’Italia, componente della IV Commissione Difesa della Camera dei Deputati e membro della Commissione Parlamentare Antimafia.
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