Una serata rimasta nel libro della storia quella vissuta dalla comunità di Merine che, finalmente, dopo tanti anni di attesa, può tornare ad ammirare l’antico altare barocco ritornato all’antico splendore nella chiesa di Santa Maria delle Grazie, ricomposto in modo certosino, elemento dopo elemento, con assemblamento di pezzi sparsi e dispersi, recuperati grazie all’interessamento e la custodia dei vecchi parroci che hanno messo in salvo persino la balaustra in ferro in attesa di prossima installazione. La sua collocazione originaria, infatti, non era quella, ma gli eventi storici e le vicissitudini umane hanno voluto che l’apparato lapideo nel 1877 fosse traslato dalla cappella del convento francescano di Santa Maria del Tempio in Lecce, dove era collocato, nell’edificio edificio sacro di Merine allo scopo di ornarlo e dove oggi domina a imperitura memoria di una cappella demolita in tempi caratterizzati dal piccone selvaggio. Alla benedizione dell’altare, impartita dall’arcivescovo metropolita di Lecce, mons. Michele Seccia, ha fatto da contraltare la benedizione della nuova veste con la quale sarà rivestita la statua della Beata Vergine Assunta in cielo in occasione della festa patronale. L’abito di raffinata fattura, cucito e ricamato a mano dalla suore Giuseppine di Roma, è stato donato per devozione da Andrea Marchello, suscitando la gratitudine immensa del parroco, don Luca Nestola, e della comunità di Merine in attesa della grande festa.
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