Furono i vescovi a tramutare Lecce in città-reggia o città-fortezza sulla scia della monumentale Roma dei papi. Lo stile barocco germogliò nel periodo della Controriforma e trasse linfa vitale dalla fondazione dei nuovi ordini religiosi riformati, in modo particolare Teatini e Gesuiti, che rispondevano all’esigenza della Chiesa di Roma di riconquistare il potere spirituale dopo un lungo periodo di profonda crisi e lacerazioni spirituali.
Lecce, languida città di preti e chierici, pur essendo oppressa e angariata dai nobili tracotanti, sperimentò allora espressioni d’arte sublimi, che riguardarono templi sacri e dimore private signorili che ancora oggi emanano un fascino antico. Nonostante la feroce repressione, operata dal governo spagnolo tra il 1647 e il 1648, si registrò un pullulare di cantieri in cui operarono valenti scalpellini e geniali architetti scultori.
Nel volgere di pochi lustri vennero edificate numerose chiese fino alla fioritura della gemma più preziosa: la stupefacente Piazza del Duomo, raro esempio di piazza chiusa, sulla quale trovarono la loro degna ribalta in tempi diversi il Duomo, il Campanile, il Palazzo Vescovile e il Seminario.
Lecce, città chiesa, un tempo seconda città del Regno di Napoli, tra altari, colonne, telamoni, putti ed elementi floreali e vegetali scolpiti nella tenera pietra, assistette al sorgere dell’alba che la consacrò come la Firenze del Sud nonché per eccellenza come la capitale del barocco.
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