È iniziata l’era del cambiamento per lo sport tarantino: le ruspe sono entrate in azione per abbattere lo storico stadio Erasmo Iacovone, un impianto che ha fatto da scenario a decenni di emozioni sportive. Impresit, azienda romana che ha vinto l’appalto, ha avviato i lavori di demolizione iniziando con lo smantellamento della copertura e proseguendo con la demolizione della struttura, settore per settore. Sarà la Curva Nord, simbolo della tifoseria più calda, la prima a scomparire, seguita, nell’ordine da Curva Sud, Gradinata e Tribuna.
Un simbolo che lascia il posto al futuro
Lo stadio Erasmo Iacovone, inaugurato nel 1986 e completato nel 1987, è stato per anni uno dei luoghi più rappresentativi di Taranto. Quasi 40 anni di storia, durante i quali ha ospitato eventi memorabili, come la Nazionale italiana di calcio nel 1989, quando sotto la guida di Azeglio Vicini la squadra si preparava per i Mondiali del 1990. Quei momenti, quei colori e quelle emozioni sono entrati nel cuore dei tarantini, che hanno visto nello stadio un simbolo di passione e appartenenza.
Ma ora è il momento di voltare pagina
La demolizione del vecchio impianto segna la fine di un’era, ma anche l’inizio di una nuova fase per lo sport e per la città. I lavori proseguono a ritmo serrato, maltempo permettendo, con un importante calendario di attività in vista. Il commissario straordinario per i Giochi del Mediterraneo, Massimo Ferrarese, ha annunciato che nel mese di febbraio ci sarà un’intensa sinergia tra due aziende: la Impresit, che si occupa della demolizione, e la Seli di Monza, vincitrice della gara per la costruzione del nuovo stadio. Le due imprese opereranno simultaneamente, accelerando la realizzazione del progetto.
Un nuovo stadio per il futuro della città
Il nuovo Iacovone non sarà solo un impianto sportivo, ma una struttura moderna e all’avanguardia, destinata a diventare un vero e proprio fiore all’occhiello per l’impiantistica sportiva del Sud Italia. Massimo Ferrarese, commissario per il Governo per i Giochi del Mediterraneo, ha seguito passo dopo passo l’evoluzione dei lavori sottolineando l’importanza del progetto, che non solo risponde alle necessità del calcio professionistico, ma mira a diventare un punto di riferimento per gli eventi sportivi e culturali di livello nazionale e internazionale.
Il nuovo stadio avrà tutte le caratteristiche moderne: una capienza adeguata, servizi di alta qualità, strutture per l’accoglienza di pubblico e atleti, e tecnologie avanzate. Sarà pensato per garantire il massimo comfort e la migliore esperienza possibile sia per i tifosi che per gli sportivi, e, secondo le previsioni, sarà pronto entro agosto 2026, pronto per i Giochi del Mediterraneo e a inaugurare una nuova fase della storia calcistica tarantina.
Il ricordo di un’epoca che non si cancella
Nonostante la demolizione del vecchio stadio, Taranto non dimentica il suo passato e le emozioni vissute tra quelle mura. Quello che è stato uno dei templi del calcio pugliese e del tifo della città di Taranto non scomparirà mai dalla memoria collettiva. Le immagini, i suoni, le partite indimenticabili rimarranno nei cuori dei tarantini, che ora guardano con speranza e fiducia alla nuova struttura che nascerà, pronta a scrivere nuovi capitoli di storia.
La demolizione dello stadio Erasmo Iacovone segna la fine di una stagione calcistica, ma anche la promessa di un futuro migliore per Taranto, pronto ad accogliere un impianto all’altezza delle aspettative di una città che ha sempre vissuto di passione e orgoglio sportivo. Con il nuovo stadio, Taranto vuole rinnovare la propria identità, riaffermando la sua centralità nel panorama sportivo del Mezzogiorno.
potrebbe interessarti anche
Aeroporto Grottaglie, Pagano: “MIT dice no ai voli passeggeri”
Festinante: “Diritto alla salute essenziale per coalizione del Centrodestra”
Taranto, vertenza Hiab: “Accordo con azienda, ora nuovi investitori”
Primitivo di Manduria, stop a nuove iscrizioni allo Schedario Viticolo
Orsini (Confindustria): “Viviamo un momento economico simile al Covid”
Perrini: “Dipendenti Asl Taranto senza mensa o buoni pasto”