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Delitto Dogna, una lite per droga alla base dell’omicidio: fermato 41enne

BARI – Stava già pianificando una fuga dal capoluogo pugliese per raggiungere il nord Italia e poi l’estero ma le immagini delle telecamere di videosorveglianza di via Torino e dintorni hanno immortalato il numero di targa della sua auto, stringendo attorno a lui il cerchio sull’omicidio di Francesco Dogna, avvenuto a Santo Spirito, quartiere a nord di Bari, la sera del 7 gennaio scorso.
I carabinieri della Compagnia Bari San Paolo, coordinati dal sostituto Carla Spagnuolo, hanno fermato a Bitritto, nel Barese, Antonio Rizzi, 41enne pregiudicato per reati contro il patrimonio. Sarebbe lui secondo gli inquirenti, ad aver inferto oltre 80 coltellate sul corpo del 63enne dipendente di un call center informatico. Tra i due vi sarebbe stata una conoscenza decennale, non nota ad amici e familiari. Per tutto questo tempo si sarebbero incontrati saltuariamente proprio nell’abitazione di via Torino, al civico 14. Quella di martedì 7 gennaio sarebbe stato il loro ultimo incontro: Dogna avrebbe aperto la porta al suo assassino e dopo qualche parola, sarebbe iniziata tra i due una discussione legata all’uso di stupefacenti: la lite sarebbe poi degenerata fin quando Rizzi avrebbe colpito per oltre 80 volte, con un coltello, il corpo della vittima.
I due, nei giorni precedenti, si sarebbero anche scambiati alcuni messaggi, come è emerso dall’analisi del pc ritrovato in casa di Dogna. La visione delle telecamere ha permesso di accertare l’orario di entrata e di uscita del presunto assassino all’interno dell’abitazione della vittima e la successiva fuga a bordo di un’autovettura parcheggiata in una traversa poco distante, dove sono state rinvenute e repertate numerose tracce ematiche. Con ulteriori sistemi di videosorveglianza posti lungo le vie di fuga e il monitoraggio del tracciato gps dell’autovettura, è stata individuata la targa del veicolo in uso a Rizzi ed è stato possibile così chiudere il cerchio sull’omicidio.

 

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