In occasione degli 80 anni di Confindustria Taranto, il sentimento di speranza espresso dall’associazione imprenditoriale è certamente condivisibile. L’auspicio di un progresso industriale più sostenibile e diversificato è supportato anche dalle parti sindacali, purché questo si traduca in lavoro di qualità per tutti i lavoratori e le lavoratrici. Tuttavia, Giovanni D’Arcangelo, segretario della CGIL di Taranto, lancia un allarme: si continua a parlare di transizione, di JTF (Just Transition Fund), di ZES (Zone Economiche Speciali), di futuro eolico e aerospaziale, ma si resta fermi alle parole.
D’Arcangelo definisce il territorio “dormiente” e denuncia l’immobilismo che affligge la programmazione economica degli investimenti del Just Transition Fund, i cui fondi dovrebbero essere spesi entro il 2026. “Dal dicembre 2022 ad oggi, abbiamo svolto solo un incontro in autorità di gestione nazionale”, sottolinea, lamentando la mancanza di segnali da parte del Governo e della Regione Puglia.
Secondo il segretario della CGIL, non esistono tavoli istituzionali per discutere concretamente di temi cruciali come la decarbonizzazione e le infrastrutture. “Tutto è drammaticamente fermo”, afferma D’Arcangelo, evidenziando l’assenza di progettazione e azione concreta nonostante la retorica pubblica. “Chiediamo un’accelerazione, una vera partenza”, dichiara, invocando un confronto produttivo sulla spesa del JTF e un impegno reale per costruire un’economia decarbonizzata nel territorio.
D’Arcangelo conclude ribadendo l’urgenza di cogliere le opportunità legate al potenziale di Taranto come hub dell’idrogeno e dell’eolico off-shore, sollecitando un’iniziativa congiunta tra le autorità locali e l’utilizzo delle risorse del JTF per evitare un fallimento nella gestione delle risorse.
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