Nella mattinata di sabato 25 novembre, la Polizia ha arrestato 7 persone ritenute responsabili di vari reati tra cui incendio doloso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, e usura.
L’indagine condotta dalla Squadra Mobile di Taranto ha avuto inizio dopo due incendi dolosi verificatisi il 31 gennaio e il 2 febbraio 2022, uno nel parcheggio della concessionaria VENTRIGLIA Group, l’altro vicino alla casa del proprietario distruggendo quattro autovetture di lusso e danneggiando altri veicoli e edifici limitrofi.
L’analisi delle registrazioni dei sistemi di sorveglianza pubblici e privati ha portato gli investigatori a concentrarsi su due individui con precedenti penali come possibili autori materiali. Si è ipotizzato fossero stati ingaggiati da una terza persona, agendo forse su incarico di un proprietario di una rivendita di auto concorrente, il quale aveva motivi di astio verso l’amministratore della concessionaria.
Le indagini si sono poi concentrate su queste ultime due persone, raccogliendo prove riguardo ad altri crimini gravi. Si è scoperto che il proprietario della concessionaria, presumibilmente collegato alla criminalità locale, avesse esercitato pressioni su un altro imprenditore affinché rinunciasse a prendere in affitto un locale vicino, poiché era di interesse per un clan mafioso. Si è anche appreso che questo individuo possedeva almeno due pistole, una delle quali sarebbe stata data a un suo “dipendente”, fratello di uno dei presunti autori degli incendi.
Le indagini hanno rivelato che i due fratelli, insieme ai loro familiari, erano coinvolti in un’attività di usura. Sono emersi accordi con un debitore che, dopo aver ricevuto un prestito di 7000 euro, si era impegnato a restituire 10000 euro entro 15 mesi, sotto minacce violente per garantire il pagamento puntualel
Nella mattinata di sabato 25 novembre, la Squadra Mobile ha eseguito le misure restrittive contro i sette indagati e ha sottoposto a sequestro urgente, su disposizione della Procura di Taranto, il locale coinvolto nella presunta estorsione mafiosa, ora in possesso di una società collegata al clan precedentemente citato.
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