Per acclamazione e all’unanimità (57 presidente presenti e favorevoli), Matteo Marani è stato riconfermato alla guida della Lega Pro nel corso dell’assemblea che si è tenuta a Firenze.
Un risultato che, a due anni dalla prima elezione dello stesso Marani, conferma il lavoro svolto per rendere coesa una Lega che rivendica un ruolo nel calcio italiano, avendo aperto la strada alle secondo squadre, puntando molto sui giovani attraverso il minutaggio e proiettandosi all’immediato futuro con il progetto che introduca il salary cup, quel tetto salariale che permetta di rendere sostenibili le società di calcio.
Per Marani (che anche in questo mandato sarà affiancato dai vice presidente Gianfranco Zola e Giovanni Spezzaferri) la riconferma non è solo una soddisfazione per il lavoro svolto, ma una responsabilità per quello che si dovrà fare.
Incontrando i giornalisti, Marani ha rivendicato i traguardi di questi primi due anni di mandato: oltre ad aver reso coesa la Lega Pro (“che avevamo trovato divisa e litigiosa” ricorda), Marani sottolinea come il campionato di serie C sia cresciuto anche per presenza negli stadi (con un 40 per cento in più).
In vista delle elezioni federali del prossimo 4 novembre, Marani lancia un messaggio chiaro: “Ci presentiamo con un Lega unita e che ha eletto il suo presidente” (a differenza di altre leghe come quella di B che ha dovuto fissare una nuova data per eleggere il presidente n.d.r.) e chiarisce anche come il progetto delle seconde squadre di serie A non debba togliere spazio alle società di serie C.
Sui ripescaggi, poi, è netto: “Non è giusto che se una squadra di serie C non ha i criteri per iscriversi alla serie B, il suo posto debba andare una società retrocessa dalla cadetteria. La serie C pretende le quattro promozioni”
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