Luigi De Laurentiis ha parlato così nella conferenza stampa di presentazione del tecnico Moreno Longo e del direttore sportivo Giuseppe Magalini:
“Veniamo da un anno pieno di errori e di sfortuna. Nel calcio capita di prendere decisioni errate. Sono qui per introdurre i nuovi protagonisti della prossima stagione e per i tifosi. Penso che un anno così può insegnare tanto. Vivere in tante difficoltà a volte dà anche una sensazione di impotenza. Mi sono avvicinato al gruppo, a Valerio Di Cesare, è stato un periodo finito con una salvezza importante e con lacrime vere. Mi sono ritrovato sotto scorta, sono stato insultato dalle tribune, ma ero lì in ogni partita, la dignità non me la leva nessuno”.
”Voglio voltare pagina – aggiunge LDL -, dopo la finale con il Cagliari c’è voluto poco per riaccendere la voglia di ripartire. Abbiamo un diesse di esperienza, che ha alle spalle tanti campionati, che ha scoperto giovani talenti, e Moreno Longo, il quale ha un curriculum di tutto rispetto e valori che corrispondono ai nostri. Andremo alla ricerca di uomini con carattere per stare in campo fino al 95′. Valerio Di Cesare sarà il vice direttore sportivo. Il suo rispetto e l’umiltà nei miei confronti è stato qualcosa di incredibile. Nella sua codirezione sportiva aiuterà il direttore a vivere le trattative e gestire lo spogliatoio”.
B COME VANTO – “Siamo sempre stati ambiziosi – evidenzia Luigi De Laurentiis -: nella passata stagione, tra gli addetti ai lavori si parlava di una squadra forte. Quando ho dichiarato di una Serie B come un vanto era per le difficoltà e il budget. Avevamo il nono budget perché avevamo investito di più del campionato procedente. Il Parma ha spesso 324 milioni in 4 anni, non possiamo competere con arabi e fondi miliardari. Il Bari è stata la seconda per investimenti nel mercato di gennaio, apparecchiato per un allenatore che poi è andato via. Il Budget è lo stesso dello scorso anno”.
MULTIPROPRIETÀ – “Non è un ostacolo. Nel 2023 siamo arrivati a 100 secondi dalla Serie A. Con il budget possiamo puntare in alto, anche i prestiti possono servire”.
PAROLE DI AURELIO – “Le parole di mio padre hanno fatto male anche a me. Mi sono dissociato. Siamo un gruppo di lavoro e che mio padre possa dire cazzate credo che sia abbastanza chiaro. Quando entra nella mia sfera lavorativa può fare anche danni. Per difendere la multiproprietà ha avuto delle uscite infelici. La verità è che questo gruppo immette molti denari nell’azienda stessa. Le parole dette al Senato non erano volute. Il Bari è la mia società, la gestisco, la amo. Ho tanta energia e ambizione, resto qua. Questo è il massimo investimento che il nostro gruppo può fare. Dopo i paracadutati e i fondi miliardari siamo il primo gruppo, l’obiettivo sono i playoff, poi ce la giochiamo”.
PIÙ GROSSO ERRORE – “Dopo aver perso la finale abbiamo avuto la vista annebbiata. Eravamo deconcentrati. Questo grande ritardo non ci ha fatto fare le scelte giuste”.
PASSARE LA MANO? – “Non si può mettere cartello “Vendesi”. I fondi si fanno avanti, il nostro paese è allettante, ma a oggi non è arrivata una proposta, nemmeno a un euro. Se arrivasse la prenderemmo in considerazione. Il Milan è stato contestato arrivando secondo, nel mestiere dell’imprenditoria c’è questa difficoltà. In passato, proprietà hanno fatto fallire società e non è stato detto niente. Ho un’azienda e vado avanti”.
QUANTO VALE IL BARI? – “Ho avuto un incontro con degli americani, ho firmato un “Nda”. Non ho però volontà di condividerlo pubblicamente”.
ANDARE IN A È UN AFFARE? – “Si, la Serie B è un campionato che non offre ricavi. Per ricostruire la credibilità bisogna fare tanti step. Il primo è quello di trovare le giuste persone. Se non c’è questa credibilità, anche perché mio padre mi ha fatto più di uno sgambetto importante. Ho la certezza delle persone che lavorano con me, mi hanno ricordato quello che si è costruito fino a oggi”.
PIANO TRIENNALE – “Avevamo un budget di livello che ci permettesse di essere competitivi. Plusvalenze dello scorso anno ci hanno permesso di investire. Se c’è una buona direzione sportiva si lavora su giovani per portare risorse”.
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