Acciaierie d’Italia “smentisce ogni iniziativa in corso per l’attivazione nelle prossime ore della procedura di amministrazione straordinaria in quanto destituite di ogni fondamento”. Interviene così, con una nota, l’azienda siderurgica partecipata dal privato ArcelorMittal al 62% e dalla società pubblica (Mef) Invitalia al 38
“Acciaierie d’Italia rassicura i propri dipendenti, fornitori, creditori e clienti sulla prosecuzione delle attività aziendali – si legge ancora nella nota -. Acciaierie d’Italia conferma il proprio impegno a definire un nuovo accordo di collaborazione con le istituzioni italiane per la prossima fase di sviluppo della azienda avendo nel frattempo terminato il piano ambientale fissato dall’Aia nell’anno 2012 che ha consentito di raggiungere obiettivi di livelli emissivi mediamente inferiori del 40% delle Bat Europee”.
Acciaierie d’Italia ricorda che dal novembre 2018, “nonostante il Covid e la grave crisi energetica e l’indisponibilità di materie prime conseguenti al conflitto ancora in corso in Est Europa, l’azienda ha investito oltre due miliardi di euro per rafforzare la qualità produttiva, migliorare le prestazioni degli impianti, creare un nuovo Centro di Ricerca e Sviluppo che collabora con i primari operatori sul mercato rappresentando un patrimonio unico nella siderurgia europea a ciclo integrale”.
Acciaierie d’Italia è nata agli inizi del 2021 e attualmente gestisce in fitto gli impianti siderurgici su concessione di Ilva in amministrazione straordinaria. Quest’ultima è la vecchia Ilva appartenuta al gruppo Riva, commissariata dallo Stato a giugno 2013 a seguito del sequestro di Taranto e finita in amministrazione straordinaria a gennaio 2015. Ilva in amministrazione straordinaria è attualmente retta da tre commissari di nomina governativa e ha ancora aperte importanti partite debitorie verso i dipendenti della società, l’indotto e i fornitori.
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