”Il governo Meloni non ha alcuna responsabilità sulla crisi di Ilva. La crisi di ILVA nasce quando è stato fatto saltare un accordo blindato, siglato a seguito di una gara europea, prima confermato e poi disfatto da Conte e compagni per compiacere la Lezzi dopo il pessimo risultato delle europee. Come dichiarai allora “Ia storia di ILVA finisce oggi”. Nessun investitore verrà a mettere soldi in un paese che cambia ex post regole e norme”. Lo scrive su X Carlo Calenda, leader di Azione.
“La scelta successiva di fare una società con Mittal senza vincoli e paletti blindati è stata una follia, così come la promessa mai mantenuta di fare acciaio green senza spiegare cosa fosse – prosegue Calenda -. A questo punto l’unica “soluzione” è retrocedere l’impianto all’amministrazione straordinaria, usando una norma varata dal governo Gentiloni, e ricominciare tutto daccapo. Non sappiamo tuttavia se ciò implichi penalizzazioni perché non conosciamo gli accordi tra Mittal e Invitalia, rimasti segreti. Questa è la situazione”.
”I responsabili sono i partiti che votarono, dopo averlo confermato, per l’abolizione dello scudo penale. La fine era dunque nota da quattro anni. Ora cerchiamo almeno di imparare da quanto accaduto. La politica italiana ha scarsa o nulla conoscenza delle imprese. Il risultato è che pensano di poter giocare con gli asset industriali come fossero conferenze stampa o slogan da saltimbanchi. Non funziona. Scusate, devo aggiungere un punto: vorrei che provassimo a fare mente locale e ricordare le centinaia di ore di talk show che raccontavano le mirabolanti idee dei 5S, di come avevano costretto Mittal ad abbassare la testa minacciando la “madre di tutte le cause” etc”, conclude Calenda.
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