Un giro d’affari da oltre 10 milioni di euro al mese, vendendo ‘abbonamenti’ a 10 euro al mese a oltre 900mila utenti, con un danno al mercato ufficiale da oltre 30 milioni di euro. Sono le cifre della “banda dello streaming illegale”, che gestiva oltre il 70% delle offerte illecite, disarticolata dalla polizia con l’operazione ‘Gotha’ contro la pirateria audiovisiva.
Nell’inchiesta sono indagate 70 persone, a cui sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere a carattere transnazionale, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni, sostituzione di persona, truffa e altro. Le indagini hanno fatto emergere l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico, i cui capi erano distribuiti sul territorio nazionale e in Inghilterra, Germania e Tunisia, dove sono collocati i server. La struttura, operante tra Catania, Roma, Napoli, Salerno e Trapani, ha costituito una sorta di ‘Gotha’ del mercato nazionale illegale dello streaming.
Il gruppo voleva si tenesse un basso profilo contestando a uno di loro, come si evince dalle intercettazioni, di esporsi troppo perché “spendi 50mila euro l’anno per l’auto nuova” e “compri scarpe da 300 euro”. Al momento, però, non emergono contatti con la criminalità organizzata. Alcuni degli indagati sono ufficialmente nullatenenti e percettori di Reddito di cittadinanza. I soldi guadagnati illegalmente sono stati reinvestiti in operazioni finanziarie, acquisti di immobili, beni di lusso, società commerciali. Le indagini riguardano anche i ‘venditori’, che avevano un utile di 2-3 euro a ‘contratto’.
Ivano Gabrielli, direttore della Polizia Postale, sottolinea il rischio di sottovalutazione da parte dei cosiddetti clienti: “Chi fa l’abbonamento illegale pensa stia facendo una piccola cosa, in realtà contribuisce fattivamente a finanziare un mercato criminale con ricavi enormi”. Massimiliano Capitanio, commissario Agcom: “Oltre 900.000 italiani, sorpresi a guardare illegalmente contenuti a pagamento, rischiano gravi conseguenze penali ed economiche”. Per Andrea Duilio. amministratore delegato di Sky Italia: “Questa operazione dimostra ancora una volta quanto la pirateria sia un fenomeno gestito dalla criminalità. Saremo sempre al fianco delle forze dell’ordine in questa lotta in difesa dell’industria audiovisiva e a tutela di tutti coloro che si abbonano legalmente”. Per Dazn “i numeri che emergono dall’inchiesta sono impressionanti e devono far riflettere seriamente sull’ingente danno che la pirateria continua ad arredare al settore audiovisivo, nel nostro caso allo sport”.
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