Coldiretti Puglia lancia l’allarme sull’aumento delle importazioni di olio proveniente dalla Tunisia, definendolo «concorrenza sleale» ai danni dei produttori italiani. Secondo i dati diffusi dall’associazione, dall’inizio della campagna fino alla fine di febbraio sono arrivate in Italia 132.200 tonnellate di olio tunisino, con un incremento del 40,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A destare preoccupazione è anche il crollo dei prezzi: l’olio tunisino ha registrato un calo del 54,9% a febbraio 2025 rispetto allo scorso anno.
L’accordo UE sotto accusa
Per Coldiretti, a favorire questa situazione è l’accordo stipulato dalla Commissione Europea che consente l’ingresso annuale di 56.700 tonnellate di oli d’oliva — inclusi extravergine, vergine e lampante — senza l’applicazione di dazi doganali. Una misura che, secondo l’associazione, rischia di mettere in ginocchio il mercato interno, danneggiando le aziende agricole italiane.
Granieri (Coldiretti e Unaprol): “Serve un registro unico europeo”
David Granieri, vicepresidente nazionale di Coldiretti e presidente di Unaprol, ha ribadito la necessità di un controllo più stringente: «È fondamentale garantire che l’olio importato rispetti gli stessi standard di qualità e sicurezza dell’olio europeo. Senza verifiche rigorose sulla provenienza e sulla qualità, rischiamo di compromettere la fiducia dei consumatori e la reputazione dell’olio italiano, riconosciuto nel mondo come un’eccellenza».
La richiesta a Bruxelles
Coldiretti chiede dunque l’istituzione di un registro telematico unico europeo per tracciare tutti i movimenti di olio d’oliva e prevenire frodi e speculazioni che danneggiano la filiera italiana. Un appello che punta a tutelare il Made in Italy, le imprese agricole e i consumatori.
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