BITONTO – Le mille difficoltà presentatesi già dal mese di luglio non potevano far che presagire ad una stagione complicata, ma nell’aria la sensazione era comunque quella di poter raggiungere quanto meno la salvezza, sulla falsariga di quanto fatto l’anno scorso. Così non è stato, il Bitonto saluta la Serie D e torna in Eccellenza dalla porta principale, direttamente, dopo sei lunghi anni, lo fa al termine di una stagione thriller dal finale drammatico. L’iscrizione fatta tra mille sforzi, le criticità infrastrutturali, la quasi totale assenza di pubblico e le conseguenti risorse limitate nell’allestimento della rosa hanno posto le basi per nove mesi di agonia. Il prolungamento del matrimonio con Valeriano Loseto faceva però ben sperare, incantesimo spezzato a novembre, in seguito al 3-0 incassato a Nardò, sesta sconfitta in dieci giornate. Una decisione forse affrettata, forse legata a motivi extracampo, che non sortisce l’effetto sperato. Santoruvo non inverte il trend, la sua esperienza di quattro mesi vede affondare un fragilissimo Bitonto, non soltanto a causa della guida tecnica, al penultimo posto, con il peggior attacco del torneo, dato che resterà immutato e che parla da sè, soli quindici gol all’attivo. Dal Nardò al Nardò, il k.o. interno contro i granata porta la società neroverde a fare marcia indietro, Loseto torna alla guida di una squadra in balia dei problemi e di una contestazione che sfocia in violenza dopo il 3-0 rimediato a Rotonda. Una vile aggressione che sembra far calare il sipario su una stagione disastrosa, ma che invece smuove l’orgoglio della squadra. Sei punti in cinque partite, il Bitonto si guadagna quanto meno la possibilità di restare in vita fino all’ultima giornata, un’impresa però troppo ardua, il gol di Legittimo a tempo quasi scaduto segna una cesura, in negativo, della storia calcistica neroverde. Una stagione nata male, divenuta disastrosa, con tanti nodi ancora da sciogliere in vista del futuro.
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