BRINDISI – Enrico Morleo ha ammesso di aver fatto a pezzi il corpo di Salvatore Cairo ma non di averlo ucciso. E di essere disposto a condurre il pubblico ministero nel luogo in cui i resti dell’imprenditore di casalinghi si troverebbero da oltre vent’anni.
E’ la clamorosa novità emersa nel corso del processo in Corte d’Assise a Brindisi per gli omicidi di Sergio Spada e Salvatore Cairo. In aula, per la prima volta in presenza, ci sono i due imputati: Cosimo Morleo, in qualità di mandante, ed Enrico, quale esecutore materiale.
Finora entrambi hanno negato qualsiasi responsabilità.
Oggi una prima clamorosa svolta: Enrico Morleo ha raccontato di aver trovato il cadavere di Cairo nella sua azienda e di aver deciso di farlo sparire, ma ha continuato a negare di essere stato lui a uccidere l’imprenditore. Si è detto però disposto a portare gli investigatori nel luogo in cui si troverebbe ciò che è rimasto di quella terribile esecuzione. Compresa la motosega utilizzata per smembrare il cadavere.
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