Xylella, 30 milioni per reimpianti: Coldiretti chiede nuovo piano pluriennale

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che stanzia 30 milioni di euro a sostegno delle aziende agricole colpite dalla Xylella fastidiosa. La misura prevede finanziamenti per la riconversione degli oliveti danneggiati con cultivar resistenti, come Leccino, Leccio del Corno, FS17 e Lecciana, ma anche per l’impianto di altre 72 specie vegetali ammesse. Lo comunica Coldiretti Puglia, sottolineando l’importanza di interventi urgenti e strutturali per contrastare l’epidemia che ha devastato il patrimonio olivicolo pugliese.

Il decreto, datato 11 febbraio 2025 e firmato dal Ministero dell’Agricoltura, mira al ripristino della capacità produttiva delle imprese agricole, attraverso la sostituzione delle piante infette o irrimediabilmente compromesse.

Tuttavia, Coldiretti ribadisce la necessità di un secondo piano pluriennale: “Sono ancora 115mila gli ettari esclusi dal primo piano da 300 milioni di euro”, evidenzia l’associazione, chiedendo un maggiore impegno da parte di Regione, Governo e Unione Europea per sostenere il comparto e accelerare la rigenerazione dei territori colpiti.

“Se la Xylella continuerà a diffondersi – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – rischiamo di non avere più olio da commercializzare. Occorre espiantare subito gli ulivi secchi, attuare reimpianti e completare le misure del primo piano, ma anche finanziare un secondo piano con risorse adeguate e meno burocrazia”.

Intanto, il polo specialistico anti-Xylella di Coldiretti, UNAPROL e CAI accompagna le aziende nella ricostruzione con assistenza agronomica, fornitura di piante certificate, mezzi tecnici e supporto nella gestione dei nuovi impianti.

“Ad oggi sono stati reimpiantati poco più di 3 milioni di ulivi – conclude Coldiretti – contro i 21 milioni perduti, pari appena al 14%. Serve un’accelerazione e un monitoraggio continuo con tecnologie all’avanguardia per proteggere le aree indenni della Puglia e delle regioni vicine”.

Le 72 specie ammesse per la riconversione includono: feijoa, acero, actinidia, corbezzolo, cappero, papaia, pecan, carrubo, cisto, nocciolo, biancospino, erica, fico, frassino, agrifoglio, noce, ginepro, melo, mango, nespolo, gelso, avocado, pino d’Aleppo, melograno, pero, quercia, rosa selvatica, lampone, mora, salice, sambuco, sorbo, tiglio, olmo, mirtillo, vite e molte altre.

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