Ex Ilva, una canzone per raccontare le ferite dell’inquinamento

TARANTO – “Può sembrare una città/ma è una specie di ferita”. E’ uno dei versi di Wind day, il primo singolo di Checco Curci, cantautore nato a Noci, in provincia di Bari, uscito su tutte le piattaforme digitali con distribuzione ArtistFirst. Un brano che racconta le sofferenze di Taranto, costretta a subire per decenni l’inquinamento provocato dallo stabilimento siderurgico ex Ilva, come attestato da numerosi studi scientifici e dalle sentenze della magistratura. I “Wind days” sono i giorni di allerta meteo in cui il vento intenso da nord-ovest spinge le polveri tossiche dell’acciaieria sul quartiere Tamburi e sul resto della città. Il brano, scritto da Checco Curci insieme a Piero D’Aprile e Leo Steeds, rappresenta il primo estratto dall’album d’esordio del cantautore di Noci, la cui uscita è prevista per l’autunno 2022 con l’etichetta-collettivo Dischi Uappissimi e la supervisione artistica di Riccardo Sinigallia. L’uscita del singolo, prodotto da Giacomo Carlone al Supermoon Studio di Milano, è accompagnata da un videoclip realizzato dal regista pugliese Antonio Stea. “Un’ascesa narrativa – è detto nella nota di presentazione – che parte dalle sponde del fiume Tara, piccolo corso d’acqua da cui prese il nome la colonia spartana culla della Magna Grecia, Taranto, e culmina ai bordi dell’acciaieria più grande d’Europa, passando per gli occhi di una delle tante vittime innocenti del mostro che sta rubando il futuro a una delle città più antiche e belle d’Italia”. (ANSA).

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