Adolfo Urso con la ministra Anna Maria Bernini (sx) e la commissaria Giuliana Perrotta

Urso: “Se AFO1 non si riattiva, addio siderurgia a Taranto”

Il ministro: “A Taranto si rischia una nuova Bagnoli. Senza impianti attivi salta trattativa con Baku. Messa in mora UE? Riguarda criticità risolte”


“Se il sequestro dell’altoforno 1 inibirà anche la manutenzione, compromettendo il ripristino dell’impianto, Taranto rischia di fare la stessa fine di Bagnoli”. È il duro monito lanciato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante l’inaugurazione del Tecnopolo del Mediterraneo, all’indomani del sequestro probatorio dell’AFO1 da parte della Procura di Taranto.

“Trattativa con Baku Steel appesa al destino dell’altoforno”

Il ministro ha poi collegato la questione dell’impianto alla trattativa in corso con Baku Steel, attualmente in fase di negoziazione esclusiva per l’acquisizione di Acciaierie d’Italia. “Nessun investitore punterà su una fabbrica già chiusa. L’impianto deve essere attivo per avviare una vera riconversione green”, ha avvertito.

Messa in mora UE: “Criticità già risolte”

Quanto alla lettera di costituzione in mora notificata dalla Commissione Europea, Urso ha ridimensionato la portata del provvedimento: “Riguarda criticità che abbiamo già affrontato con investimenti significativi per l’ambientalizzazione. I miei uffici hanno già risposto alla Commissione”.

“Senza intesa su gas e acqua difficile la svolta green“

Il piano governativo prevede la realizzazione di impianti DRI e forni elettrici alimentati a gas, inseriti in un cronoprogramma di transizione tecnologica. Urso ha però sottolineato che “la trasformazione dipende anche dal costo del gas, dall’approvvigionamento idrico, dal raccordo con i depuratori e dallo sviluppo delle infrastrutture civili e portuali”.

”Rischio cassa integrazione e desertificazione”

Il ministro ha ricordato che “due anni fa, si stava per spegnere l’ultimo altoforno. Il commissariamento è arrivato appena quattro giorni prima della chiusura totale. Oggi stiamo cercando di evitare la desertificazione industriale. Urso ha espresso forte preoccupazione per le possibili ricadute occupazionali e produttive: “Senza la facoltà d’uso, ci sarà un aumento della cassa integrazione e una drastica riduzione della produzione. Se non sarà possibile mettere in sicurezza l’impianto nelle prossime ore, non sarà più riattivabile”, ha dichiarato. L’appello finale di Urso è alla collaborazione istituzionale: “Tutti devono remare nella stessa direzione. Serve coesione tra governo nazionale, Regione e Comune per portare Taranto al centro della siderurgia sostenibile europea”.

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