Taranto – Nonostante manchi ancora l’ufficialità, per il senatore Mario Turco sembra ormai certo che Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, assegnerà Acciaierie d’Italia agli azeri di Baku Steel. Un’operazione che il vicepresidente del M5S definisce senza mezzi termini una “svendita di Stato”, con un prezzo che si aggirerebbe intorno al miliardo di euro, ben al di sotto della base d’asta fissata a 1,8 miliardi.
Turco, in un post su Facebook, critica duramente la scelta del governo Meloni, evidenziando i rischi strategici legati a un accordo con l’Azerbaijan, paese fortemente influenzato dalla Russia. “Non proprio il massimo di questi tempi: sembra quasi che Meloni goda nel mettersi in posizioni di totale ricattabilità”, afferma il senatore.
Il vicepresidente del M5S contesta anche l’assenza di prospettive di rilancio per l’ex Ilva, sottolineando che l’Azerbaijan non ha una tradizione siderurgica e che la decarbonizzazione dello stabilimento resterà un’utopia. Il rischio, denuncia, è quello di prolungare per almeno un altro decennio la produzione a carbone, mentre il gas necessario verrà fornito da una nave rigassificatrice ancorata davanti al porto di Taranto, con potenziali rischi ambientali e geopolitici, considerando la vicinanza alla base Nato.
Turco accusa il Governo di continuare la vendita di asset strategici italiani agli stranieri, citando i precedenti casi di TIM con KKR e Ita Airways con Lufthansa. Ma il punto più grave, conclude, è l’impatto sulla salute dei tarantini e l’assenza di garanzie per i lavoratori, con il pericolo di oltre 3.000 esuberi. “Un altro capitolo triste di questo interminabile film dell’orrore che a Taranto dura ormai da decenni”.
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