Truffa in centri accoglienza migranti: 35 indagati nel Salento, coinvolto finanziere

OTRANTO- Truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti relative ai centri di accoglienza per migranti a Otranto per un valore di circa 6 milioni di euro: è scattata all’alba del 20 luglio l’operazione della Guardia di Finanza che coinvolge 35 persone.

Le fiamme gialle hanno dato esecuzione a una ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti di 7 persone, ovvero una misura di natura coercitiva degli arresti domiciliari e sei misure interdittive (cinque divieti di esercitare attività imprenditoriale e una di sospensione dai pubblici uffici), emessa dal gip di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica di Lecce, nonché la notifica a ulteriori 28 soggetti dell’avviso di conclusione indagini, responsabili dei reati di frode in pubbliche forniture, truffa, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, accessi abusivi alle banche dati e rivelazione di segreto d’ufficio.

Le indagini, condotte dai finanzieri della compagnia di Otranto, coordinate dalla Procura della Repubblica di Lecce, hanno consentito di ricostruire molteplici illeciti commessi da soggetti che hanno gestito società attive nel settore del sistema dei centri di accoglienza straordinaria (Cas) di cittadini stranieri, nella provincia di Lecce.

Gli ospiti stranieri hanno vissuto in condizioni diverse da quelle previste dai contratti di servizio e delle pubbliche forniture somministrate onde garantire i necessari requisiti socio-assistenziali.

In alcuni casi, inoltre, la società ha certificato la presenza di numerosi cittadini stranieri che in realtà si sono allontanati dalle strutture da diverso tempo, in modo tale da percepire la quota giornaliera spettante per la presenza sul territorio nazionale.

È stato, altresì, ricostruito un meccanismo di frode fiscale finalizzato a evadere l’imposta sul valore aggiunto, sfruttando società cartiere, che ha prodotto una massa impositiva sottratta all’Erario pari a circa 3,5 milioni di euro di ricavi non dichiarati, in aggiunta alle correlate violazioni Iva, oltre a generare un giro di fatture per operazioni inesistenti di circa 2 milioni di euro.

Sono in corso di esecuzione i sequestri di conti correnti e immobili per un valore di oltre due milioni di euro, pari al profitto dei reati contestati agli indagati, ovvero: truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Reati ambientali ad Acquaviva: lavori abusivi in strutture e smaltimento illecito

Ulteriore aspetto di rilievo per le indagini in corso ha riguardato l’esistenza di alcuni reati ambientali posti in essere da uno dei principali indagati. Al riguardo, è stato accertato il deturpamento paesaggistico, con annessi lavori abusivi, nella fase di riqualificazione interna ed esterna di alcuni fabbricati esistenti in località Acquaviva della Marina di Diso, da destinare a struttura turistico – ricettiva, nonché lo smaltimento illecito del materiale di risulta disgaggiato dalla falesia di Santa Cesaria Terme che è stato disperso nella zona marittima circostante il cantiere.

Si evidenzia che il procedimento penale verte ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.

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