TARANTO – “Una fuga inaccettabile, uno schiaffo a migliaia di cittadini e agricoltori”. È durissima la presa di posizione del Partito Socialista Italiano di Taranto dopo quanto accaduto nell’ultima seduta del Consiglio regionale della Puglia, in cui è mancato il numero legale al momento del voto su un emendamento cruciale.
Il caso del tributo 630
Al centro della polemica, ancora una volta, il tributo 630 imposto dai Consorzi di bonifica, che continua a gravare sui contribuenti nonostante i servizi promessi – come la manutenzione dei canali – siano assenti o del tutto carenti. “Quali canali?” – si legge nella nota a firma di Laura Di Santo, segretaria provinciale PSI -. Sono ostruiti, pieni di erbacce e rifiuti. Nessuno li pulisce, eppure si pretende il pagamento”.
Il tentativo bocciato dall’assenza
“Dopo la dichiarazione d’illegittimità della mozione sulla sospensione del tributo da parte della Giunta regionale, il Consiglio avrebbe potuto correggere la rotta introducendo un emendamento al disegno di legge sui pozzi artesiani. Una proposta volta a sospendere l’invio delle cartelle esattoriali. Ma l’emendamento è decaduto per assenza del numero legale: diversi consiglieri non si sono presentati in Aula”, sottolinea Di Santo.
La denuncia del PSI
“Chi si è sottratto al voto ha scelto il potere fine a sé stesso – denuncia Laura Di Santo -. Ha voltato le spalle a chi lavora, si sacrifica e chiede solo rispetto ed equità. La politica che fugge fa male”. Il PSI annuncia una mobilitazione in tutta la provincia ionica, al fianco dei comitati e degli agricoltori, per mantenere alta l’attenzione sul tema. “La trasparenza non è uno slogan. È il primo passo verso una politica credibile e vicina alla gente”, conclude la segretaria. “Non li lasceremo soli”.
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