San Vito dei Normanni, tragico incidente: Sara rientrava da lavoro

SAN VITO DEI NORMANNI – Tragico incidente stradale, nella prima mattinata, alle porte di San Vito dei Normanni, sulla strada provinciale 30. A perdere la vita, una giovane infermiera del San Raffaele che rientrava dal lavoro. Sara avrebbe compiuto 27 anni tra pochi giorni.

La denuncia della FP CGIL

Per la sfortunata infermiera, quella trascorsa era la seconda notte di lavoro di fila. A dirlo, denunciando una morte sul lavoro in itinere, sono Chiara Cleopazzo e Luciano Quarta  della Funzione Pubblica CGIL Brindisi.

Sara Viva Sorge, infermiera, lavorava da 20 giorni alla Fondazione San Raffaele di Ceglie Messapica, è morta – scrive il sindacato – per un incidente in itinere mentre lasciava il lavoro, una ragazza di soli 27 anni, aveva fatto 2 notti consecutive dopo un turno settimanale piuttosto impegnativo, dato il carico di lavoro a cui vengono sottoposti i dipendenti della struttura, come avevamo denunciato più volte in varie missive e comunicati sia come categoria di riferimento la FP CGIL di Brindisi sia con Sportello Salute e Sicurezza della CGIL Brindisi. Questa volta non si è trattato di un infortunio in un cantiere o dentro una fabbrica, ma come si dice in gergo, di un infortunio in itinere. Non per questo è meno drammatico e meno grave e non solleva tutta la comunità da alcuni interrogativi, una lavoratrice assunta da poco tempo subito gettata nel mezzo di una situazione lavorativa complicata, con l’attenzione dovuta al paziente sempre da tener presente, ma che di notte viene affidata a meno personale, sempre meno negli ultimi anni secondo i dati in nostro possesso all’interno della struttura, quindi con Il riposo psicofisico da mettere in primo piano, visto il numero di pazienti elevato rispetto al personale, spesso per una unita lavorativa si arriva a gestire 10 degenti con un carico di lavoro al limite, per questo è incomprensibile un turno di lavoro lungo e con 2 notti consecutive, questo sicuramente non può consentire il recupero psicofisico dovuto. Tutto questo con mezzi spesso obsoleti per un evidente tendenza al risparmio che, permetteteci di dire, lascia indignati dato che si tratta di salute delle persone e con orari e carichi di lavoro difformi rispetto alle normative vigenti. Tutto ciò ribadiamo è stato più volte portato in evidenza, anche se le azioni correttive sono state spesso molto lente, quando del tutto assenti, purtroppo a farne le spese è stata una giovane donna, un’infermiera che metteva la sua umanità – si chiude il comunicato stampa – al servizio delle persone che ha perso la vita. Siamo vicini alla famiglia ed ai colleghi tutti che piangono la scomparsa di Sara”.

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