Castellana Grotte, traffico di cocaina: in carcere il proprietario di b&b e un pusher. Uno ai domiciliari

CASTELLANA GROTTE- Avrebbero messo su una fitta attività di spaccio di cocaina nel comune di Castellana Grotte, la semplicità del linguaggio utilizzato, poi, avrebbe permesso di inchiodarli in venti diversi episodi registrati dai carabinieri: in carcere è finito il titolare di un b&b e uno spacciatore ai suoi ordini, mentre un procacciatore di clienti è stato messo ai domiciliari.

È accaduto nella mattinata di oggi, 2 febbraio, quando i carabinieri del comando compagnia di Monopoli, coadiuvati da personale dello Squadrone eliportato cacciatori Puglia e del nucleo Cinofili di Modugno, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misure cautelari emessa dal gip del Tribunale di Bari, su richiesta della Procura della Repubblica di Bari. Nell’ordinanza sono stati riconosciuti gravi indizi di colpevolezza nel procedimento a carico di tre soggetti indagati a vario titolo per reati in materia di sostanze stupefacenti. Secondo l’impostazione accusatoria, gli indagati avrebbero consumato i reati di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, in concorso.

Gli arrestati e i ruoli nel traffico di cocaina

I provvedimenti scaturiscono da un’indagine condotta dalla stazione carabinieri di Castellana Grotte, da cui emergono gravi indizi di colpevolezza a carico di P.C., 36enne, titolare di un b&b, quale figura centrale dello smistamento di cocaina nel comune di Castellana Grotte, D.C., 26enne, indiziato di rivestire il ruolo di “adepto” del 36enne, dal quale avrebbe acquistato cocaina pura, successivamente rivenduta ai singoli acquirenti sempre sotto precise indicazioni del primo, e V.D.M., 46enne, quale partecipe nell’attività di spaccio del 36enne, al quale avrebbe procacciato anche nuovi clienti, aiutandolo ad occultare la cocaina.

L’inizio dell’attività d’indagine: i nuovi assetti criminali

L’indagine ha preso le mosse all’indomani dell’esecuzione di numerose misure cautelari con l’operazione “Eclissi” nei confronti di vertici e sodali di un’associazione armata, finalizzata al traffico di cocaina, con base logistica e operativa a Castellana Grotte.

In tale contesto, si sono sviluppate sul territorio e nel settore del traffico della droga, nuove dinamiche e nuovi assetti criminali che hanno fatto emergere anche nuove figure delinquenziali.

Secondo l’impostazione accusatoria accolta dal gip (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) i tre indagati avrebbero posto in essere un’intensa e frenetica attività di spaccio di cocaina nel comune di Castellana Grotte.

La rete di spaccio di cocaina: vendita al dettaglio quotidiana

In particolare, la droga, procurata in quantità significative (nella misura di 20-25 grammi alla volta) dal 36enne al 26enne, sarebbe stata da quest’ultimo, coadiuvato dal terzo indagato, immediatamente “tagliata”, confezionata in dosi e immessa sul mercato. Lo stesso 36enne avrebbe avuto altresì un proprio giro di clienti “al dettaglio” che ha provveduto a rifornire con frequenza quasi quotidiana e con collaudate modalità di incontro e cessione.

La semplicità del linguaggio utilizzato: “quella brucia un po’ il naso

Dalle attività tecniche, condotte dai carabinieri, nel periodo compreso tra marzo e maggio 2021, è emerso come gli indagati usassero un linguaggio sufficientemente esplicito, facendo chiaro riferimento alla cocaina smerciata e finanche al fatto che la sostanza “bruciasse un po’ il naso”. In un’occasione, dopo aver acquistato una fornitura di cocaina di 15 grammi a fronte di 900 euro, due degli indagati hanno commentato come i mancati guadagni dipendessero dal fatto che la sostanza non era tagliata a sufficienza: “la sto tagliando a poco”…, “se tu dai 70 euro 0,6 al pubblico, la stai dando a più di cento! Su 6 pezzi ne esce un altro”. Circa venti gli episodi di spaccio documentati dai carabinieri.

Al termine dell’operazione, i primi due sono stati tradotti in carcere, mentre il 46enne è stato posto agli arresti domiciliari presso la propria abitazione, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

 

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