PORTO CESAREO- L’area Marina Protetta Porto Cesareo ha portato a termine i lavori di tutela e conservazione delle biodiversità, adeguati alle prescrizioni del tavoli tecnici svoltisi sin da 2017 tra la sezione Tutela e valorizzazione del paesaggio e il consorzio di gestione della stessa Amp.
Si tratta, nello specifico, di interventi svolti sia terra sull’arenile e nei pressi dei cordoni dunali, sia in acqua; con attività che comprendono la chiusura di varchi sulle spiagge con l’utilizzo di protezioni (palizzate in legno o di altro tipo) e interventi in mare utili al ripopolamento ittico.
Aspetti Tecnici progettuali
Per quando riguarda i lavori a terra, lungo diversi arenile della Riserva marina, il progetto ha previsto e realizzato la realizzazione ai piedi dei cordone dunali di graticciate alta fuori terra 0,40 m, costituite da paletti di castagno della lunghezza di 1,20 metri, con diametro 6-8 cm, infissi nel terreno per circa 0,80 m e posizionati con un interasse di 0,50 metri tra un palo e l’altro. Interventi coerenti con le misure di conservazione, di ingegneria naturalistica tesi alla riqualificazione dell’ambiente dunale. La scarsa profondità dell’arenile ed il rischio di erosione elevato, certificato dal Piano Comunale delle Coste, hanno di fatto giustificato l’utilizzo di questa soluzione, anche perchè le frequenti mareggiate invernali, nei tratti di arenile oggetto di progettazione, comportano un rischio elevato di danneggiamento e/o distruzione di strutture più leggere come viminate o graticciate. È stata quindi prevista e realizzata la chiusura di importanti varchi dunale e di altri accessori lungo gli arenili delle spiagge di Porto Cesareo e fino a Torre Colimena, litorale tarantino orientale di Manduria, con palizzate che consentiranno di intercettare la sabbia mobilitata dai venti spiranti dal mare verso l’entroterra, impedendo che venga depositata sulle stesse strade.
Altro aspetto del progetto riguarda invece l’analisi ed il monitoraggio della biodiversità e degli effetti delle azioni proposte sullo stato di conservazione degli habitat marini, presenti nelle aree di progetto dell’Amp. L’ente di gestione del Consorzio, di concerto con il Comune Porto Cesareo, ha provveduto infatti a definire una specifica regolamentazione per la fruizione sostenibile della spiaggia oggetto di attività, tesa a contenere e mitigare con specifiche misure il carico antropico. Una progettualità quest’ultima davvero importante che ha previsto sua la riduzione del numero di moduli di tecnoreef nella zona C dell’Amp di Porto Cesareo e nel SIC – “Palude del Capitano” da 70 a 26. Nello specifico, quindi, sono state posizionate in acqua (come da foto allegate) diciannove barriere sommerse tipo tecnoreef od equivalenti, costituite ognuna da 12 piastre per assemblaggio da cm. 120; quattro barriere sommerse tipo tecnoreef od equivalenti, costituite ognuna da 27 piastre per assemblaggio da cm. 120; tre barriere sommerse tipo tecnoreef od equivalenti, costituite ognuna da 30 piastre per assemblaggio da cm. 120.
Una scelta progettuale individuata con lo scopo di aumentare l’eterogeneità della scogliera sommersa e, quindi, le sue funzioni ecologiche ed i servizi ecosistemici erogati.
Gli interventi
Il progetto proposto in forma associata tra il Consorzio di gestione dell’Amp ed il Comune di Porto Cesareo, prevede la realizzazione di due differenti interventi.
Un intervento in mare, all’interno del perimetro dell’Amp e del SIC “Palude del Capitano”, e prevede la realizzazione di una scogliera artificiale sommersa su fondale sabbioso in passato utilizzata come impianto di stabulazione di mitili attività considerata a forte impatto ambientale e che si prefigge l’obiettivo principale di implementare le funzioni, i processi ed i servizi ecosistemici erogati dall’habitat 1170 “Scogliere” della Direttiva 92/43/CEE nell’area di interesse. Un intervento a terra, all’interno del perimetro del SIC “Porto Cesareo” che prevede azioni di tutela e riqualificazione dei sistemi dunali interessati da complessi e diffusi problemi di degrado e che manifestano prioritarie esigenze di recupero, di rinaturazione e rimozione delle cause di criticità; per queste finalità sono stati previsti specifici interventi di ingegneria naturalistica, mediante la ricostituzione dunale con l’utilizzo delle foglie spiaggiate di Posidonia oceanica, unitamente alle opere di rinaturazione con specie autoctone provenienti dalla raccolta, selezione e moltiplicazione di germoplasma autoctono.
La realizzazione di una scogliera artificiale nell’Amp Porto Cesareo
Gli interventi di rinaturalizzazione ambientale rivestono un ruolo fondamentale nell’ambito della gestione di aree soggette a tutela. Tali interventi, infatti, consentono di ricreare o ripristinare condizioni favorevoli all’affermazione della fauna selvatica in aree oramai compromesse da un’intensa attività antropica. Nello specifico, l’intervento proposto consiste nel convertire un impianto di stabulazione oramai dismesso ricadente nella Zona C dell’Area Marina Protetta e in una porzione del SIC IT9150013 “Palude del Capitano”, in una barriera artificiale sottomarina al fine di creare una zona di scogliera che funga da polo d’attrazione di specie bentoniche tipiche del coralligeno, di specie ittiche pregiate e da protezione delle fasi riproduttive e giovanili, accogliendo la deposizione delle uova di molte specie.
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