A distanza di un anno dalla prima denuncia, il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico torna a lanciare l’allarme sull’impianto fotovoltaico galleggiante da 90 ettari, con annessa produzione di idrogeno, previsto nel Primo Seno del Mar Piccolo di Taranto. Un progetto da oltre 150 milioni di euro, promosso dalla MYT Floating Mar Piccolo S.r.l., che rischia di compromettere uno degli ecosistemi più delicati del Mediterraneo.
Iter autorizzativo tra silenzi e mancate risposte
Nonostante le osservazioni negative presentate da comitati, associazioni e dallo stesso WWF Taranto, l’iter autorizzativo procede senza che vi sia stato un vero processo di confronto pubblico. Il rischio concreto è quello di un’approvazione silenziosa, senza dibattito democratico e senza considerare le conseguenze ambientali e sociali.
Un danno irreparabile alla biodiversità
Il comitato sottolinea come l’ombreggiamento provocato dai pannelli impedirebbe la fotosintesi e l’ossigenazione delle acque, causando ipossia e morte biologica, soprattutto nei mesi caldi. A rischio ci sono specie protette come la Cymodocea nodosa e gli ippocampi, già minacciati da anni di inquinamento industriale.
Mitilicoltura storica in pericolo
L’impianto andrebbe a sovrapporsi ad aree concesse ai mitilicoltori tarantini, senza alcun consenso formale. Le vibrazioni, l’ombreggiamento e le onde elettromagnetiche metterebbero in serio pericolo un’attività millenaria che rappresenta un patrimonio culturale ed economico per il territorio.
Un progetto calato dall’alto senza visione
Ancora una volta, come accaduto per il dissalatore sul fiume Tara, il progetto viene presentato senza ascoltare cittadini, studiosi, esperti e categorie direttamente coinvolte. Si punta a un utilizzo industriale mascherato da sostenibilità in un’area che, invece, dovrebbe essere rigenerata e tutelata, essendo parte del Parco Naturale Regionale “Mar Piccolo”.
Vuoto istituzionale e pericoli speculativi
Il Comune di Taranto, oggi commissariato, non ha mostrato nel tempo un’adeguata attenzione verso la tutela di quest’area fragile. Il timore del comitato è che questo vuoto amministrativo favorisca operazioni speculative prive di una reale visione di sviluppo sostenibile.
Le richieste del comitato
Il Comitato per la Difesa del Territorio Jonico chiede:
• Il blocco immediato dell’iter autorizzativo da parte del Ministero dell’Ambiente;
• L’esclusione del Mar Piccolo da ogni progetto energetico incompatibile con i vincoli ambientali;
• Piena trasparenza sulle procedure e coinvolgimento delle comunità locali;
• Accelerazione nell’istituzione dell’Area Marina Protetta del Mar Piccolo.
“Il Mar Piccolo non è in vendita”
«Il Mar Piccolo è memoria, vita, biodiversità e cultura. È casa nostra e abbiamo il dovere morale di difenderlo» conclude il comunicato del Comitato per la Difesa del Territorio Jonico.
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