Gigi De Filippis

Taranto, ingegneri: “Regia unica per industria, bonifiche e salute”

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Lettera aperta dell’Ordine ai due candidati sindaco per una transizione che rilanci la città nel Mediterraneo


Per affrontare le sfide di Taranto non basta una visione settoriale, ma serve un approccio multidimensionale. È quanto sottolinea Gigi De Filippis, presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Taranto, che propone un modello di governance integrata capace di affrontare la complessità del territorio jonico, segnato da criticità ambientali, sanitarie, industriali e infrastrutturali.

Secondo De Filippis, la città vive una crisi sistemica dovuta alla coesistenza di modelli industriali obsoleti, pressione ambientale, problemi di salute pubblica e fragilità economica. “Serve una transizione integrata che coinvolga industria, ambiente, salute, infrastrutture e sviluppo locale”, spiega.

Industria: riconversione tecnologica e decarbonizzazione

Il futuro del polo siderurgico, ancora il più esteso in Europa per capacità installata, non può più essere valutato solo in termini occupazionali o ambientali. La strada indicata è quella della riconversione tecnologica con riduzione progressiva delle emissioni, elettrificazione dei processi produttivi, introduzione di forni elettrici e utilizzo dell’idrogeno verde (DRI) per la lavorazione del minerale ferroso.

Fondamentale il ruolo dello Stato nell’accompagnare questi processi con investimenti infrastrutturali, adeguamenti della supply chain e politiche attive del lavoro, che includano formazione, riqualificazione professionale e misure di sostegno alle microeconomie collegate al polo industriale.

Bonifiche ambientali: leva strategica per la rigenerazione

Le bonifiche delle aree SIN, che comprendono aree industriali, portuali e costiere contaminate, restano uno snodo centrale per la rigenerazione. Tuttavia, i progetti di risanamento sono rallentati da problemi di governance, gare deserte e contenziosi. De Filippis propone l’adozione di modelli centralizzati di project management ambientale, capaci di selezionare soggetti attuatori con comprovate capacità realizzative e tecnologie di bonifica adeguate alla specificità dei siti contaminati.

Porto e logistica: il potenziale ancora inespresso

Il porto di Taranto, inserito nella rete TEN-T europea, rappresenta un nodo logistico strategico per l’interconnessione Sud-Est Europa-Mediterraneo. I progetti di dragaggio, attivazione della piattaforma logistica, intermodalità ferroviaria e sviluppo retroportuale aprono spazi per un’evoluzione del porto verso funzioni energetiche e industriali avanzate, comprese le applicazioni di cold ironing, digitalizzazione doganale e hub per l’idrogeno.

Una strategia portuale unitaria e il pieno sfruttamento delle potenzialità della ZES Ionica sono ritenuti fondamentali per attrarre operatori internazionali.

ZES Ionica: da incentivo fiscale a sistema di sviluppo multilivello

Per De Filippis, la Zona Economica Speciale Ionica deve superare il perimetro agevolato degli incentivi fiscali, sviluppandosi attraverso piani industriali integrati, servizi territoriali avanzati, collaborazione pubblico-privato su infrastrutture, formazione tecnica e centri di ricerca, in sinergia con Invitalia e i grandi player industriali.

Salute pubblica e giustizia ambientale

Le analisi epidemiologiche su Taranto continuano a evidenziare dati superiori alla media regionale per malattie oncologiche, cardiovascolari e congenite. La tutela della salute, sostiene De Filippis, deve essere integrata ex ante nei processi autorizzativi industriali. Si propone il potenziamento della prevenzione ambientale, della medicina territoriale e delle reti di sorveglianza sanitaria, anche attraverso i fondi strutturali europei e il rafforzamento della sanità di prossimità prevista dal DM77.

Diversificazione economica: cultura, agricoltura ed economia del mare

Il futuro di Taranto non può restare vincolato alla monocultura industriale. Servono politiche di diversificazione che valorizzino:

  • il turismo culturale e costiero con il MArTA, l’archeologia subacquea e il recupero del borgo antico;
  • l’agricoltura di qualità attraverso le DOP e IGP locali;
  • l’economia blu con mitilicoltura, portualità minore e start-up ambientali.

Una governance multilivello ancora frammentata

“Taranto non è una città da salvare, ma da abilitare” afferma De Filippis, individuando come prioritaria l’istituzione di un Polo integrato per la transizione di Taranto, ispirato al modello europeo delle Zone di Transizione Giusta, per superare l’attuale frammentazione decisionale e garantire pianificazione unitaria, efficiente allocazione delle risorse e monitoraggio trasparente dei risultati.

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