Protesta silenziosa davanti a Palazzo di Città. Chiedono solo ascolto, risposte e un futuro dignitoso
TARANTO – Davanti a Palazzo di Città si sono radunate alcune persone senza fissa dimora. Nessuno slogan, nessuna minaccia, nessuna manifestazione di forza. Solo una presenza silenziosa e composta, fatta di cartoni, sacchi a pelo e dignità. Chiedono risposte, rispetto, attenzione. E una domanda risuona più forte di qualsiasi protesta: “E la nostra situazione, come finirà?”
A Taranto l’emergenza abitativa è una ferita aperta da anni, aggravata da mancanza di politiche strutturate, ritardi nell’assegnazione degli alloggi popolari e assenza di interventi concreti per chi vive in strada. Le condizioni sono spesso estreme: chi presidia in queste ore l’ingresso del Municipio dorme all’aperto, senza acqua né luce, abbandonato nel limbo dell’indifferenza.
“Non chiediamo privilegi. Solo un tetto, un bagno, una possibilità di ricominciare”, dicono i presenti. Alcuni vivono così da anni, altri sono finiti in strada dopo sfratti o problemi familiari. Le storie sono diverse, ma la richiesta è una sola: dignità.
La città di Taranto si interroga sul significato di essere “civile”. Ignorare chi dorme sui marciapiedi, voltarsi dall’altra parte mentre la marginalità cresce, significa rinunciare al principio stesso di comunità. Nessuna società può definirsi giusta se lascia ai margini chi ha più bisogno.
La speranza, per chi oggi presidia pacificamente il Comune, è che il silenzio della loro protesta trovi finalmente ascolto nelle stanze istituzionali.
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