TARANTO – Così come accaduto per il processo ‘Ambiente svenduto’ anche quello sul presunto disastro ambientale causato dai rifiuti industriali dell’ex Ilva tombati nella gravina Leucaspide di Statte, essendo un procedimento connesso “deve essere trasferito a Potenza”. E’ quanto hanno chiesto i difensori degli 8 imputati (ex rappresentanti del Cda e del consiglio di famiglia dell’Ilva ai tempi dei Riva ed ex dirigenti del Siderurgico) al collegio di giudici del tribunale (presieduto da Tiziana Lotito) che sta celebrando il giudizio a Taranto. Secondo la tesi dell’accusa, nella zona protetta a ridosso della gravina sarebbero stati sversati – dal 1995 al 2013 – oltre 5 milioni di tonnellate di cumuli di rifiuti (pericolosi e non), che avrebbero provocato danni all’ambiente circostante e all’acqua in falda e invadendo anche proprietà private. A vario titolo vengono contestati i reati di disastro ambientale, discarica abusiva, omessa bonifica, getto pericoloso di cose, danneggiamento aggravato, deturpamento e distruzione di bellezze ambientali e deviazione delle acque. In entrambi i procedimenti compaiono i nomi di Fabio e Nicola Riva e dell’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso.
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