L’operazione della Dia ha portato ad arresti e perquisizioni nell’ambito di una variegata attività illecita promossa da personaggi ritenuti vicini alla cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti, tra cui il figlio dello storico boss Giuseppe Morabito, Giovanni, era dedita oltre che al traffico di stupefacenti e alle estorsioni anche a un’ampia gamma di frodi commerciali, fiscali e finanziarie ai danni dello Stato anche tramite finanziamenti europei.
Tra queste anche “l’organizzazione di truffe aggravate ai danni dello Stato, dirette al conseguimento di finanziamenti ed erogazioni previste dalle norme Covid 19. Le indagini hanno, da un lato, accertato l’effettiva percezione di tali somme, dall’altro evitato, tramite la tempestiva attivazione delle competenti autorità, l’indebita erogazione di somme e di benefici economici (nella forma del finanziamento garantito e del credito d’imposta) per circa 2 milioni di euro, per i quali era già stata depositata la prevista documentazione”.
L’organizzazione avrebbe anche reinvestito il provento dei reati nella creazione di “nuove società commerciali che avrebbero operato in settori quali quello edile, anche sfruttando i benefici dell’Ecobonus, oppure nel settore della raccolta e del riciclaggio dei rifiuti, del commercio di carburante e della grande distribuzione”.
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