Ogni anno in Italia si contano circa 1.000 morti sul lavoro e oltre 500.000 infortuni. Un quadro allarmante che spinge istituzioni, fondi interprofessionali e organizzazioni datoriali a cercare soluzioni concrete per ridurre i rischi e migliorare la prevenzione. Proprio in questa direzione si muovono le proposte discusse a Bologna durante l’incontro “Per un ambiente di lavoro sano”, organizzato da Cifa e Confsal nell’ambito della manifestazione Ambiente Lavoro.
Tra i presenti, il direttore generale dell’Inail Marcello Fiori, l’ex ministro del Lavoro Cesare Damiano, Andrea Rapacciuolo, direttore interregionale del Lavoro per il Nord, il presidente di Cifa e Fonarcom Andrea Cafà, e il segretario generale di Confsal Angelo Raffaele Margiotta.
“Abbiamo chiesto all’Inail di rendere disponibili i dati relativi a imprese e lavoratori che si sono formati con Fonarcom”, ha spiegato Andrea Cafà, sottolineando l’importanza di una mappatura nazionale per individuare chi ha già svolto formazione in materia di sicurezza e chi ne è ancora privo. “Con questi dati potremmo creare una buona pratica da estendere anche ad altri fondi e enti formativi”, ha aggiunto.
La proposta si inserisce in un quadro più ampio che punta a fare della sicurezza non solo un obbligo normativo, ma una leva strategica per la competitività. “Non bastano interventi ordinari, servono provvedimenti straordinari e un deciso cambio di passo da parte della politica”, ha dichiarato Margiotta, ricordando che il governo ha stanziato 650 milioni di euro sottraendoli al tradizionale vincolo di destinazione al debito pubblico.
Tra le misure suggerite spicca la creazione di un polo unico per la sicurezza sul lavoro, affidato all’Inail, che accentri le funzioni di vigilanza tecnica, consulenza, formazione e informazione. “È l’ente più autorevole in materia di prevenzione e sicurezza”, ha ribadito Margiotta.
Il rinnovato contratto collettivo Cifa-Confsal conferma l’impegno dei due enti: l’accordo introduce l’uso dell’intelligenza artificiale per l’analisi predittiva dei rischi, e valorizza il ruolo del preposto come figura centrale nella catena della sicurezza. Previsti per lui un emolumento proporzionato al rischio del settore, coperture assicurative specifiche e formazione biennale obbligatoria.
Inoltre, sono previsti incentivi per le imprese che decidano di inserire in organico tecnici dedicati esclusivamente alla salute e sicurezza.
Secondo Cesare Damiano, l’innovazione tecnologica rappresenta una risorsa preziosa per la prevenzione, “se utilizzata con equilibrio”. L’ex ministro ha citato esempi pratici come “l’uso di microchip nei dispositivi di protezione, webcam intelligenti per il monitoraggio in edilizia, agricoltura e chimica”, avvertendo però anche sui rischi connessi: “Serve attenzione per evitare il tecnostress o violazioni della privacy. Per questo il ruolo della contrattazione collettiva è essenziale”.
Le proposte emerse a Bologna segnano un passo concreto verso un modello di lavoro più sicuro, innovativo e attento alla dignità dei lavoratori.
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