Seccia si ritira: “Lascio con gioia e dolore, Dio benedica Lecce”

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Il discorso di commiato al popolo, al clero e al nuovo arcivescovo Panzetta: “Vi voglio bene, pregate per me”


Monsignor Michele Seccia ha pronunciato il suo discorso di commiato dalla guida dell’Arcidiocesi metropolitana di Lecce dopo la nomina ufficiale di monsignor Angelo Raffaele Panzetta quale nuovo arcivescovo metropolita. Parole intense, ricche di emozione e gratitudine, che hanno segnato il momento del passaggio di testimone.

“Non vi nascondo l’emozione e la commozione che vivo nel cuore in questo momento così delicato della mia vita personale ed episcopale”, ha detto Seccia spiegando di aver chiesto nei giorni scorsi un’udienza privata al Santo Padre Leone XIV, durante la quale ha formalizzato la propria rinuncia all’ufficio pastorale.

Dopo trent’anni di episcopato, vissuti nelle diocesi di San Severo, Teramo-Atri e Lecce, Seccia ha spiegato la sua decisione come atto di obbedienza e fede: “Un passo indietro mi costa, ma lo faccio con piena fiducia nella volontà di Dio e della Chiesa”, citando il passo biblico “Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà”.

Rivolgendosi al suo successore, ha detto: “Lascio a te, fratello Angelo Raffaele, una Chiesa viva, vivace e bella. Amala come la ama il Signore, soprattutto nei poveri”. Ha sottolineato l’impegno della Caritas e della Casa della Carità, incoraggiando a continuare su questa strada e ha espresso fiducia nella preparazione e nell’energia del nuovo arcivescovo.

Nel suo ricordo, Seccia ha citato l’esperienza maturata a Lecce dal 2017, quando fu inviato da Papa Francesco dopo il sisma che colpì la diocesi abruzzese. Ha descritto gli anni leccesi come “intensi e affascinanti”, ringraziando il clero per la disponibilità e l’entusiasmo dimostrati.

Tra i progetti più significativi, ha ricordato LeccEcclesiae, per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della diocesi, e Portalecce, sistema informativo diocesano oggi modello per molte realtà ecclesiali italiane. Non ha dimenticato il cammino sinodale in corso, che sta contribuendo a consolidare la comunione all’interno della comunità ecclesiale.

La recente visita pastorale è stata definita “il coronamento del mio servizio”, perché gli ha permesso di tornare a vivere il ministero accanto ai fedeli, “come trent’anni fa, da parroco”.

Ha infine ringraziato le autorità civili per il clima di collaborazione istituzionale e ha ribadito la volontà di restare vicino alla comunità: “Sono ora arcivescovo emerito, ma resto collaboratore della vostra gioia”. Il suo saluto si è concluso con una preghiera rivolta alla Vergine Assunta e ai Santi Patroni Oronzo, Giusto e Fortunato, invocando la benedizione su mons. Panzetta e su tutta la diocesi.

“Vi voglio bene. Pregate per me. E io ogni giorno pregherò per voi”, ha detto davanti al sepolcro dell’arcivescovo Cosmo Francesco Ruppi, da lui ricordato come “grande maestro di servizio episcopale”.

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