Al 31 dicembre 2024, il 24% dei fondi destinati al recupero delle liste d’attesa in sanità non è stato utilizzato dalle Regioni. Lo rivelano i dati comunicati al ministero della Salute: su un totale di oltre 1,37 miliardi di euro stanziati per gli anni 2022-2024, risultano non spesi o accantonati circa 323 milioni di euro.
Il finanziamento, erogato dallo Stato per migliorare l’accesso alle prestazioni sanitarie e ridurre i tempi di attesa, non è stato dunque impiegato in modo pienamente efficace da numerose amministrazioni regionali, rallentando la risposta ai bisogni dei cittadini in ambito sanitario.
Schillaci accusa le Regioni: “I fondi ci sono, manca la volontà politica”
ROMA – Duro affondo del ministro della Salute Orazio Schillaci sulle Regioni: a otto mesi dall’approvazione della legge per il taglio delle liste d’attesa, un quarto dei fondi destinati al settore – pari a oltre 323 milioni di euro – non è stato utilizzato.
Durante il Question time in Senato, il ministro ha parlato apertamente di «volontà politica mancante» e di «resistenze ingiustificabili» da parte dei governi regionali. «Non si può parlare di fondi insufficienti – ha dichiarato – quando la Corte dei Conti certifica che gran parte delle risorse ricevute non è stata spesa o è stata usata per coprire buchi di bilancio».
Secondo i dati del Ministero, su 1,37 miliardi di euro assegnati tra il 2022 e il 2024, le Regioni hanno lasciato inutilizzati quasi 324 milioni. «Le norme ci sono, i compiti sono chiari – ha aggiunto – e i risultati si vedono dove la legge è stata applicata, come in Lazio, Liguria e Basilicata».
Schillaci ha anche difeso il proprio cambio di tono: «Rivendico ogni parola detta e scritta. Il diritto alla salute non è negoziabile. Chi non applica la legge, deve risponderne».
Non sono mancate le reazioni politiche: il senatore Ivan Scalfarotto (Iv) ha accusato il ministro di “sfacciataggine”, mentre Luana Zanella (Avs) ha parlato di “attacchi ingiustificati” alle Regioni chiedendo maggiore iniziativa da parte del Ministero.
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