Il sistema sanitario italiano rischia di passare dalla carenza di specialisti a un surplus di medici senza occupazione. È quanto emerge dall’ultimo studio del sindacato Anaao-Assomed, che prevede una mancanza di circa 25mila specialisti fino al 2027, seguita da una sovrabbondanza di laureati in Medicina: entro il 2032 si stimano oltre 60mila camici bianchi in cerca di lavoro, un numero ben superiore alle necessità del Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Il segretario nazionale Anaao, Pierino Di Silverio, critica la politica di aumento indiscriminato dei posti nelle facoltà di Medicina, definendola “una misura superficiale” che rischia di alimentare lo spreco di risorse pubbliche senza risolvere i problemi strutturali del sistema. “Il medico oggi lascia il SSN perché sottopagato, esposto a rischi medico-legali e privato di una qualità di vita adeguata”, spiega.
Il sindacato chiede interventi urgenti: l’aumento immediato delle assunzioni nel SSN, l’abolizione del tetto di spesa per il personale e un adeguamento delle retribuzioni ai livelli europei. In Italia un medico ospedaliero guadagna in media 85mila euro lordi l’anno, contro i 145mila della media UE e i 180-200mila di Paesi come Olanda e Belgio.
Il problema si aggrava con l’invecchiamento della popolazione: negli ultimi vent’anni gli over 65 sono passati dal 18,7% al 23,8%, mentre il numero di medici è diminuito. “Non possiamo affrontare una crescente domanda di cure con una forza lavoro insufficiente”, avverte Di Silverio, ribadendo la necessità di un piano strutturale per salvaguardare la sanità pubblica.
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