Pino Giordano: “Temi complessi, serve confronto, non ideologia. Non è questa la via delle riforme”
Il segretario provinciale dell’Ugl Matera, Pino Giordano, ha ufficializzato la posizione del sindacato in merito ai cinque referendum abrogativi previsti per l’8 e 9 giugno, invitando i cittadini a non partecipare alla consultazione.
Secondo Giordano, i temi oggetto dei quesiti referendari, soprattutto quelli legati al mondo del lavoro, sono complessi e richiederebbero un confronto approfondito in sede parlamentare e attraverso la contrattazione collettiva, piuttosto che affidarsi a una semplificazione eccessiva.
La posizione espressa da Ugl Matera è in linea con quella del segretario generale nazionale Paolo Capone, che ha definito la proposta referendaria “inattuale e controproducente”.
Entrando nel merito, Giordano ha elencato le criticità legate ai quattro quesiti sul lavoro:
- Tutele crescenti: l’abrogazione riporterebbe al sistema precedente, riducendo le tutele per alcune categorie, come i volontari.
- Indennizzo per licenziamenti nelle piccole imprese: la cancellazione del tetto massimo potrebbe creare incertezza nei lavoratori.
- Contratti a tempo indeterminato senza causale nei primi 12 mesi: la loro eliminazione rischia di incentivare il lavoro sommerso.
- Responsabilità solidale negli appalti: l’abolizione delle limitazioni potrebbe compromettere il rispetto delle norme su salute e sicurezza.
Ugl esprime anche contrarietà alla proposta di modifica delle condizioni per l’ottenimento della cittadinanza italiana, giudicando non sufficiente il solo requisito dei cinque anni di residenza per garantire una reale integrazione socioeconomica.
“Non è con lo strumento referendario e con la contrapposizione ideologica – ha dichiarato Giordano – che si risolvono i problemi dei lavoratori. Serve un confronto costruttivo, basato sul dialogo tra le parti sociali, per affrontare temi urgenti come l’aumento dei salari, la sicurezza, la formazione e il rafforzamento delle ispezioni”.
L’Ugl ribadisce quindi la propria disponibilità al confronto, rifiutando ogni approccio polarizzante che rischi di aggravare le tensioni tra politica e mondo del lavoro.
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