Sul caso della bandiera palestinese esposta e poi rimossa da un balcone privato durante il passaggio del Giro d’Italia, è intervenuto anche il sindaco di Putignano, Michele Vinella. «In merito a quanto scritto nel post sulla bandiera palestinese esposta e poi ritirata a seguito di un confronto con la Polizia di Stato, ritengo necessario ribadire con fermezza che Putignano è e deve rimanere una città libera, un luogo in cui poter esprimere il proprio pensiero e la propria opinione. Questo siamo sempre stati e dobbiamo rimanere, nel pieno rispetto dell’art. 21 della nostra Costituzione».
Il sindaco ha poi sottolineato come la giornata in cui si è verificato l’episodio fosse «complessa e delicata» per le forze dell’ordine, impegnate nella gestione della sicurezza legata al passaggio della corsa ciclistica. «A Putignano, l’operato della Polizia di Stato non ha mai interferito con la libertà di espressione, anzi ha sempre contribuito a garantirla», ha concluso Vinella.
Prima della dichiarazione del sindaco, Sofia Mirizzi, residente a Putignano, aveva affidato a un post su Facebook la sua indignazione per quanto accaduto. «Oggi la polizia è salita a casa nostra per chiederci di rimuovere la bandiera della Palestina esposta sul nostro balcone privato. Non stavamo disturbando nessuno. Non stavamo violando alcuna legge. Stavamo semplicemente esercitando il nostro diritto di espressione in uno spazio che ci appartiene». Secondo quanto riportato, la richiesta degli agenti sarebbe stata motivata dal rischio che la bandiera venisse inquadrata dalle telecamere nazionali.
«Ci chiediamo con preoccupazione da quando esporre una bandiera che rappresenta un popolo e una causa umanitaria è diventato motivo d’intervento delle forze dell’ordine? – prosegue Mirizzi – In quale momento il sostegno civile e pacifico a un popolo sotto occupazione è diventato un problema di ordine pubblico? Siamo profondamente indignati e allarmati. Questo episodio non riguarda solo noi, ma chiunque creda nella libertà di espressione, nei diritti civili e nella possibilità di esprimere solidarietà. Chiediamo chiarezza, rispetto e il riconoscimento di un principio fondamentale in una democrazia: nessuno dovrebbe essere intimidito per aver espresso la propria solidarietà in modo pacifico e legittimo».
La donna, che al momento dell’accaduto si trovava all’estero, ha riferito che due agenti avrebbero chiesto ai suoi genitori di rimuovere la bandiera «con gentilezza», precisando che non si trattava di un ordine formale. La coppia ha accettato di togliere la bandiera, nonostante non avesse ricevuto indicazioni sul regolamento legato al Giro d’Italia. Nessuna identificazione è stata effettuata.
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