La giunta regionale pugliese ha approvato oggi, martedì 11 febbraio, il Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, con particolare riferimento al cinghiale selvatico. Il provvedimento, che ha ottenuto il via libera dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), punta a ridurre i danni alle colture agricole, agli allevamenti e agli ecosistemi naturali, oltre che il rischio di incidenti stradali causati dalla specie.
Strategie e finanziamenti
Il piano prevede tre linee di intervento principali: caccia, catture e prelievi. Per garantirne l’attuazione, verrà istituito un gruppo di coordinamento regionale e strutture operative a livello locale. La giunta ha inoltre stanziato circa 20 milioni di euro per i Programmi integrati di agevolazione (Pia) e i Contratti di programma, oltre a 1,1 milioni di euro per rifinanziare i Piani locali di intervento dei Comuni aderenti alla rete “Galattica”.
Emergenza cinghiali: numeri allarmanti
L’urgenza di un piano straordinario è dettata dai dati raccolti tra il 2021 e il 2024: 571 episodi di danni alle colture agricole con richieste di risarcimento per oltre 3,25 milioni di euro, di cui solo 570mila euro effettivamente liquidati. Gli incidenti stradali causati dai cinghiali sono stati 343 nello stesso periodo. Un monitoraggio basato su 190 postazioni fisse ha stimato una popolazione minima di 1.604 esemplari, distribuiti principalmente nelle province di Foggia (35%), Bari (31%) e Taranto (32%), con una presenza minore a Lecce (2%).
Coldiretti: “Situazione fuori controllo”
Coldiretti Puglia ha accolto con favore l’approvazione del piano, evidenziando come la proliferazione dei cinghiali abbia portato a un aumento degli incidenti stradali, spesso non denunciati dagli automobilisti per difficoltà nei rimborsi. “È allerta rossa nelle campagne, con branchi che devastano raccolti e infrastrutture agricole, spingendosi fino ai centri abitati”, ha dichiarato Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia. “Nel 2023 si sono registrati tre morti, mentre le aree più colpite restano la Murgia barese e tarantina, il Gargano e il subappennino dauno.”
L’associazione denuncia danni ingenti ai raccolti di lenticchie, cicerchie, fave, ceci, piselli e ortaggi, oltre alla distruzione di impianti irrigui e il rischio sanitario legato ai cinghiali che razzolano tra i rifiuti. Un problema ormai fuori controllo, che rende l’applicazione del nuovo piano urgente e necessaria.
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