Puglia: agricoltori al lavoro di notte per sfuggire alla morsa del caldo

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Con temperature che accelerano la maturazione delle colture e mettono a rischio la salute dei lavoratori, in Puglia le attività agricole si svolgono sempre più spesso durante la notte o alle prime luci dell’alba. Lo denuncia Coldiretti Puglia, evidenziando come il caldo estremo e la persistente siccità stiano stravolgendo le modalità operative nelle campagne.

Raccolta, imballaggio del fieno, trebbiatura dei legumi e cura delle coltivazioni non possono essere sospesi, poiché si tratta di prodotti fondamentali per l’alimentazione e spesso impossibili da recuperare se non raccolti tempestivamente. “Il caldo accelera i processi di maturazione e rende impossibile ogni intervento durante le ore centrali della giornata”, sottolinea Coldiretti.

Il comparto agricolo è stato già duramente colpito dalla siccità, con danni stimati in oltre 70 milioni di euro all’anno. Ora, il caldo africano ha aggravato la situazione: la produzione di grano, avena, orzo e foraggio è crollata, mentre si registrano cali sensibili anche per uova, latte e miele.

Nelle aziende zootecniche si cerca di alleviare la sofferenza degli animali con l’utilizzo di ventilatori e doccette refrigeranti. Ogni mucca può arrivare a bere fino a 140 litri d’acqua al giorno, contro i 70 consumati nei periodi più freschi, ma le alte temperature ne riducono l’appetito e la produzione di latte.

Anche la gestione degli alberi da frutto è complicata: si ricorre al diradamento, eliminando i frutti che non giungeranno a maturazione. Inoltre, le serre sono diventate quasi inutilizzabili nelle ore più calde, mentre in campo aperto le lavorazioni vengono interrotte per evitare colpi di calore.

In tutto il territorio regionale, la situazione idrica è critica: mancano oltre 164 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capienza degli invasi. Coldiretti chiede l’adozione di misure urgenti a tutela della salute dei lavoratori e della produzione, tra cui l’impiego di dispositivi di protezione, la sospensione delle attività nelle ore più calde e l’estensione delle lavorazioni notturne.

“I cambiamenti climatici – ribadisce Coldiretti – stanno cambiando radicalmente i tempi e i metodi dell’agricoltura. La siccità è ormai la calamità più rilevante per il settore primario pugliese”.

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