Monosi: “Assolto da associazione, corruzione e peculato”
Nel processo sull’assegnazione pilotata degli alloggi popolari a Lecce arrivano le condanne per dodici imputati, ma cadono le accuse di associazione per delinquere, corruzione e peculato. Dopo anni di indagini, udienze fiume e dibattiti infuocati, cala il sipario giudiziario sul processo che aveva acceso i riflettori su presunte assegnazioni pilotate di alloggi popolari nel capoluogo salentino.
Il verdetto emesso dal Tribunale di Lecce segna un punto di svolta: cade l’ipotesi di una regia criminale dietro le stanze di Palazzo Carafa e si assottiglia l’elenco dei reati originariamente contestati dalla Procura.
Dodici le condanne, ventiquattro le assoluzioni, complice anche il tempo trascorso che ha portato alla prescrizione o all’inesistenza di alcuni capi d’imputazione, come l’abuso d’ufficio e la corruzione elettorale.
Tra i condannati figura l’ex assessore Luca Pasqualini, a 5 anni di reclusione, e Attilio Monosi, anch’egli ex assessore, condannato a 3 anni e 6 mesi per due episodi di falso in atto pubblico. Ma per Monosi, la sentenza ha anche il peso di una liberazione: il tribunale lo ha assolto dall’accusa di associazione per delinquere, da tutte le 20 ipotesi di corruzione e dal reato di peculato.
«Nessuna associazione, nessuna corruzione. Sono stato assolto da questi reati», ha dichiarato Monosi subito dopo la sentenza. «Ringrazio i miei avvocati Luigi Covella e Riccardo Giannuzzi, che mi hanno difeso con competenza e determinazione, e la mia famiglia per il sostegno incrollabile».
La vicenda giudiziaria affonda le sue radici tra il 2012 e il 2017, quando una vasta inchiesta della Guardia di Finanza mise nel mirino funzionari comunali, amministratori e privati cittadini, ipotizzando l’esistenza di un sistema illecito per l’assegnazione delle case popolari. Secondo la Procura, in cambio di voti e favori sarebbero stati garantiti alloggi a soggetti segnalati, in barba alle graduatorie ufficiali.
Tra gli altri condannati: Paolo Rollo (3 anni e 6 mesi), Francesca Sansò (2 anni e 8 mesi), Antonio Torricelli (4 anni), Giuseppe Nicoletti (10 mesi), Raffaele Guido (2 anni e 6 mesi), Liliana Guido (2 anni e 8 mesi), Monia Gaetani (4 anni), Monica Durante (3 anni), Sergio De Salvatore (3 anni), e Pasquale Gorgoni (3 anni).
Assolti, tra gli altri, Damiano D’Autilia, Giovanni Puce e Piera Perulli, nomi che insieme agli altri contribuiscono a ridisegnare radicalmente il quadro accusatorio iniziale.
I legali di Monosi si sono detti soddisfatti per un esito che – a loro dire – ridimensiona drasticamente il racconto accusatorio: «Per sette anni si è parlato di una gestione criminale di Palazzo Carafa, ma il Tribunale ha smentito questa ricostruzione. Monosi esce assolto dai reati più gravi».
Le motivazioni della sentenza saranno rese note entro 90 giorni. Un documento atteso non solo dagli imputati e dalle difese, ma anche da una città che per anni ha vissuto con il sospetto di un intreccio pericoloso tra politica, gestione pubblica e clientele.
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