Potenza: dal dibattito politico il successo del museo Adamesteanu

Per il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Galella il museo archeologico nazionale Dinu Adamesteanu di Potenza è un “contenitore scarsamente utilizzato”. Non sono dello stesso parere però i consiglieri comunali della maggioranza di centro sinistra del Comune del capoluogo di regione lucano che hanno replicato alle affermazioni di Galella con una nota dettagliata contenente i numeri di un luogo che, con progettualità mirate, è riuscito lo scorso anno a migliorare l’andamento positivo nel triennio precedente, facendo registrare un ulteriore incremento di visitatori, giunti a oltre undici mila.

Sono state numerose le iniziative che hanno riempito di arte e cultura quel contenitore: tra queste il progetto – “Il Mago delle Comete”, dedicato al contrasto della povertà educativa; lezioni al Museo, organizzate con università italiane e stranieri ; il ciclo di conferenze “Ambasciatori della Basilicata”, che ha coinvolto campioni dello sport per promuovere la cultura locale; spettacoli coreutico-musicali e ancora Mostre tematiche e iniziative volte alla valorizzazione dei reperti.

Parallelamente, il Museo ha avviato un imponente lavoro di riordino dei depositi, che custodiscono circa 3.500 cassette di reperti.

Una programmazione che dallo scorso 14 gennaio e fino al 25 febbraio apre le porte alla mostra intitolata “Atlanti babelici”, una raccolta di libri d’arte realizzati con le tracce che diversi artisti e artigiani hanno raccolto camminando per le strade, le botteghe  e le attività delle proprie città portuali, tracce lavorate, combinate e trasformate da ogni autore per dare vita a questi testi unici custodi di simboli ed emozioni.

Un museo che diventa luogo di iniziative sempre connesse tra storia e territorio con nel caso della prossima organizzata nel giorno della memoria, lunedì 27 infatti sarà lo storico Domenico Viggiano a dialogare con il pubblico su quello che significa per la Basilicata l’esperienza delle decine di persone che durante il ventennio fascista furono mandate al confine perché ebree

About Author