Pedopornografia online: arresti in tutta Italia, anche in Puglia

Un’imponente operazione della Polizia di Stato, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, ha portato all’arresto di 34 persone per detenzione di ingente materiale pedopornografico e a 115 perquisizioni in 56 città italiane, tra cui diverse località in Puglia e Basilicata. L’operazione, che ha coinvolto oltre 500 operatori della Polizia Postale, ha permesso di smantellare gruppi criminali dediti allo scambio di materiale illecito su piattaforme di messaggistica istantanea.

Arresti e perquisizioni in Puglia e Basilicata

L’operazione ha coinvolto numerose città italiane, tra cui le pugliesi Bari, Foggia, Lecce e Taranto, e la lucana Potenza, dove sono state eseguite perquisizioni informatiche e domiciliari per rintracciare materiale pedopornografico. Gli arresti in Puglia hanno interessato le province di Foggia, Lecce e Barletta-Andria-Trani.

L’indagine, condotta dagli investigatori della Polizia Postale di Catania con il supporto del Centro Nazionale per il Contrasto alla Pedopornografia Online (CNCPO), ha permesso di risalire ai responsabili grazie a una complessa attività sotto copertura. Gli agenti sono riusciti a identificare diversi utenti che scambiavano attivamente immagini e video di pornografia minorile, con contenuti raccapriccianti di abusi su bambini in età infantile e persino episodi di zooerastia.

Le dichiarazioni del vicequestore aggiunto Giancarlo Gennaro

Il procuratore Curcio: “Fenomeno in crescita, necessario intervenire”

Sul caso è intervenuto anche il procuratore di Catania, Francesco Curcio, che ha ribadito la gravità del fenomeno e l’urgenza di un intervento normativo più incisivo: “La pedopornografia online è in crescita e lo si deve contrastare, come stiamo facendo. Ma servono misure più restrittive nei confronti di chi alimenta questo ignobile commercio”.

L’indagine ha portato alla luce l’esistenza di chat pedopornografiche su un social network meno diffuso, con stanze virtuali dai nomi inquietanti come “niño con animales” e “niño primeros da zero a sei anni”. Il procuratore ha parlato di “fatti enormemente gravi”, sottolineando che le vittime di questi abusi – bambini anche di soli tre anni – porteranno segni indelebili delle violenze subite. “La Polizia Postale ha aperto un vaso di Pandora, rivelando metastasi che si diffondono incontrollate sul web”, ha aggiunto Curcio.

Indagini internazionali e sequestri di materiale illecito

Le investigazioni hanno richiesto sofisticate tecniche di analisi informatica per superare le barriere dell’anonimato in rete. Molti degli indagati utilizzavano avanzati sistemi di crittografia e archiviazione in cloud per occultare i file illeciti, rendendo estremamente difficile la loro individuazione. Tuttavia, grazie all’impiego di strumentazioni di digital forensic, gli specialisti della Polizia Postale sono riusciti a decrittare dati protetti e raccogliere prove determinanti.

L’operazione ha avuto anche un respiro internazionale, con approfondimenti investigativi condotti all’estero su richiesta della Procura etnea.

Nel corso delle perquisizioni, sono stati sequestrati numerosi dispositivi informatici contenenti decine di migliaia di file illegali. In due casi particolarmente gravi, gli arrestati non solo detenevano una quantità enorme di materiale pedopornografico, ma avevano anche prodotto autonomamente video e immagini di abusi sessuali su minori. Le vittime sono state già identificate dagli investigatori, che stanno lavorando per fornire loro il necessario supporto.

“Ci sono vittime in tutto il mondo e cercheremo di identificarle per dare loro il sostegno necessario”, ha dichiarato il procuratore Curcio.

L’appello per una maggiore tutela dei minori

Gli inquirenti sottolineano l’importanza di operazioni di questo tipo per contrastare la diffusione di materiale pedopornografico e proteggere i minori da abusi sempre più diffusi attraverso il web. Il materiale sequestrato è ora al vaglio della Polizia Postale e della magistratura, che continueranno le indagini per confermare il quadro accusatorio e identificare ulteriori responsabili.

Gli arrestati, tutti di sesso maschile e di età compresa tra i 21 e i 59 anni, provengono da diverse regioni italiane e appartengono a varie estrazioni sociali. Per loro, al momento, vale il principio di presunzione d’innocenza fino a sentenza definitiva.

Un’operazione di enorme portata che dimostra, ancora una volta, come il contrasto alla pedopornografia online resti una priorità per le forze dell’ordine, impegnate a smantellare reti criminali che operano nel più assoluto anonimato del web.

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