Due colpi fatali, tra nuca e collo. È quanto emerge dall’autopsia eseguita nelle scorse ore sul corpo di Teresa Sommario, la donna di 53 anni uccisa nella sua abitazione di via Toscana, a Racale, dal figlio 21enne, Filippo Manni.
L’esame, affidato al medico legale Alberto Tortorella su incarico della pm Simona Rizzo, ha confermato le ipotesi formulate nelle ore successive all’omicidio: dei cinque colpi inferti con un’accetta, due sono stati quelli letali.
La vittima è spirata quasi immediatamente dopo l’aggressione. Le altre ferite, riscontrate tra petto, braccia e mano, sono il segno evidente di un tentativo disperato di difendersi.
Ferite compatibili con la dinamica ricostruita dagli investigatori e con il racconto fornito dal giovane nel corso dell’interrogatorio in carcere, avvenuto giovedì mattina davanti alla giudice per le indagini preliminari Valeria Fedele.
Manni, assistito dall’avvocato Francesco Fasano, sarebbe scoppiato più volte in lacrime, mostrando – secondo la difesa – i primi segni di pentimento. Ma per la giudice non ci sarebbero stati concreti segnali di ravvedimento.
I contrasti in casa, secondo quanto emerso dalle prime testimonianze, duravano da tempo. A detta di parenti e amici, i rapporti tra madre e figlio erano spesso tesi e conflittuali.
Intanto, Racale si prepara a salutare per l’ultima volta Teresa Sommario. Il nulla osta della Procura è stato già rilasciato e la salma è attesa in via Toscana. I funerali si terranno domenica 22 giugno, alle ore 9, nella Chiesa Madre di San Giorgio Martire. Subito dopo, il feretro sarà trasferito a Paludi, paese d’origine della donna in provincia di Cosenza, dove avverrà la tumulazione.
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