L’ufficiale era stato accusato di aver maggiorato i turni di servizio notturni e festivi rispetto a quelli realmente effettuati: ora è stata sancita la piena innocenza
La Corte militare d’appello di Roma ha confermato la sentenza di assoluzione nei confronti del luogotenente Giancarlo Inguscio, già comandante della stazione dei carabinieri di Fragagnano, in provincia di Taranto, coinvolto in un procedimento penale con l’accusa di truffa pluriaggravata.
Secondo le contestazioni mosse all’epoca, l’ufficiale avrebbe compilato e trasmesso personalmente alcuni modelli denominati “Sup 2”, indicando per sé stesso turni di servizio notturni e festivi maggiorati rispetto a quelli realmente effettuati. Tali dichiarazioni, secondo l’accusa, gli avrebbero consentito di ottenere un indebito guadagno quantificato in circa 14mila euro, arrecando un considerevole danno all’amministrazione militare.
Tuttavia, anche in sede d’appello, come già stabilito in primo grado dal tribunale militare di Napoli, è stato riconosciuto che non vi fosse alcuna volontà fraudolenta da parte dell’imputato.
“Il comandante ha agito in perfetta buona fede”, ha affermato l’avvocato Antonio La Scala, legale difensore del luogotenente, evidenziando le criticità operative del sistema utilizzato per l’attestazione dei servizi, lo stesso da cui venivano poi elaborate le buste paga. Secondo il difensore, il personale non avrebbe ricevuto un’adeguata formazione all’uso del software, definito “complicato, farraginoso e foriero di errori”.
Dalle indagini è inoltre emerso che “la catena gerarchica non controllava di fatto le attestazioni dei comandanti inferiori e intermedi”, confermando un quadro di scarsa vigilanza e disorganizzazione procedurale che ha influito sulle contestazioni mosse.
La sentenza definitiva ha quindi sancito la piena innocenza del luogotenente, chiudendo il caso senza alcuna condanna.
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